Il Convento e la Chiesa della Trinità dei Monti, quinta scenografica oggi di piazza di Spagna, furono costruiti su richiesta del re francese Carlo VIII, figlio di Luigi XI, per San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi e fu papa Alessandro VI Borgia nel 1495 ad autorizzarne la realizzazione. I lavori iniziarono però solo nel 1502 e furono molto lunghi, tanto che la consacrazione avvenne solo nel 1594 durante il pontificato di Clemente VIII.
Il Convento di Trinità dei Monti
Il Convento fin da subito visse una stagione splendida di cui resta oggi memoria nella sua importante e straordinaria decorazione. Nel Chiostro è possibile infatti ammirare il ciclo di affreschi dedicato alla vita del Santo fondatore ed una galleria di ritratti dei re di Francia; mentre nel refettorio, dove i frati mendicanti consumavano i loro pasti frugali, mirabili sono gli affreschi con effetti illusionistici realizzati nel 1694 dal gesuita Andrea Pozzo, con le scenografiche Nozze di Cana. Il grande trompe l’oeil occupa tutte le pareti della sala mentre la volta è sostenuta da finte travi che sembrano sostenerne incredibilmente il peso.
- Chiostro
- Refettorio
Le anamorfosi del Convento di Trinità dei Monti
La sorpresa più grande è sicuramente la presenza di due dipinti murali ideati ed eseguiti dai padri minimi Emmanuel Maignan e François Nicéron nei corridoi al primo piano del convento, due straordinari esempi di anamorfismo. Di cosa si tratta? Di un effetto di illusione ottica dove una figura che appare alterata e distorta se osservata frontalmente, riacquista forma e senso compiuto inclinando il proprio punto di vista rispetto al piano dell’immagine.
Il dipinto di Nicéron rappresenta San Francesco di Paola, ma se si procede in linea retta lungo la parete, la figura del santo si dilata e si deforma fino a scomparire, per trasformarsi in un paesaggio animato dal racconto dell’attraversamento da parte di Francesco dello Stretto di Messina. L’altro invece rappresenta San Giovanni intento a scrivere l’Apocalisse, ma se si osserva il dipinto da un altro punto di vista, diventa un paesaggio con campi arati e villaggi! Nell’Ottocento, durante un’epidemia di colera, la pittura fu coperta da un sottile strato di calce che si credeva potesse sterilizzare gli ambienti per evitare il contagio, tornando poi alla luce solo nel Novecento, inevitabilmente danneggiata, ed insieme ad alcuni curiosi graffiti di un soldato napoleonico che volle probabilmente lasciare una traccia di sé sui muri del convento.
- San Francesco di Paola
- San Giovanni
L’Astrolabio del Convento
Tra le due anamorfosi, vi è poi un complesso e affascinante astrolabio catottrico, un orologio solare con quadrante a riflessione, realizzato dallo stesso Maignan che ben testimonia gli interessi scientifici dell’epoca. Quattro iscrizioni in latino fungono da “istruzioni per l’uso”, spiegando il complesso funzionamento dell’orologio solare.
Nel 1828, quando il ramo francese dell’Ordine dei Minimi scomparve, il sito venne affidato, con un accordo firmato tra la Santa Sede e la Francia, alle religiose del Sacro Cuore – congregazione fondata da Santa Madeleine Sophie Barat – che aprirono qui l’Istituto del Sacro Cuore.
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