Alle spalle di Campo de’ Fiori, si cela la piccola e appartata piazza Capo di Ferro, dominata da uno degli edifici più curiosi e originali di Roma, Palazzo Spada, celebre per la sua straordinaria Galleria e che è oggi occupato in parte dal Consiglio di Stato.
Un po’ di storia su Palazzo Spada
La sua prima edificazione risale al Cinquecento per volere del cardinale Girolamo Capodiferro, il quale volle impreziosire la facciata esterna e il cortile interno della residenza con un elaborato apparato decorativo in stucco, in cui si riconoscono statue di personaggi illustri dell’antica Roma, festoni di fiori e frutta, ghirlande sorrette da putti alati, efebi e arpie, statue delle divinità olimpiche, fregi con scene mitologiche oltre ovviamente all’immancabile stemma familiare. Quando però nel secolo successivo il cardinale Bernardino Spada diventò il nuovo proprietario, fece cambiare lo stemma familiare in facciata, ordinando poi anche una serie di modifiche all’intero palazzo.
- Facciata
- Cortile
La Galleria Prospettica di Borromini
Tra gli interventi più significativi, vi è certamente la realizzazione nel cortile interno della celebre Galleria Prospettica di Francesco Borromini. Ma è forse al piano nobile del palazzo, sede oggi del Consiglio di Stato, che si trovano le più grandi sorprese, poco note al grande pubblico. Quali?
La Galleria della Meridiana
Prima fra tutte la Galleria della Meridiana, così chiamata per la presenza della meridiana catottrica. Questo tipo di meridiana è basata sulla riflessione della luce anziché dell’ombra, come nei tradizionali strumenti di misurazione delle ore. Il risultato si ottiene attraverso un sistema di specchi posto dentro una piccola apertura praticata in alto al centro della parete che affaccia sul cortile, in grado di proiettare sulla volta un punto luce, di giorno con i raggi del sole e di notte con quelli della luna. Il progetto della sala si deve al matematico francese Padre Emmanuel Maignan mentre l’apparato decorativo fu commissionato nel 1644 al pittore Giovan Battista Magni.
La Galleria degli Stucchi
Passeggiando tra le varie sale, sarà poi possibile ammirare le numerose decorazioni ad affresco e stucco, i cui temi sono principalmente tratti dal mondo pagano: alle Metamorfosi di Ovidio sono ispirate le storie di Callisto e Perseo o di Amore e Psiche; ai poemi classici gli episodi della vita di Achille o di Enea; alla storia antica, i Fasti Romulei. Uno degli ambienti più sontuosi è la Galleria degli Stucchi realizzata da Giulio Mazzoni, un vero e proprio piccolo gioiello della decorazione manierista. I soggetti e le scene raffigurate, eseguite ad olio su muro, illustrano allegorie e scene mitologiche tratte sempre dalle Metamorfosi di Ovidio.
Il Salone di Pompeo
Tra le più importanti sale del piano invece vi è il Salone di Pompeo così chiamato per la presenza della statua donata da Giulio III al cardinale Capodiferro nel 1552, ritenuta l’effige di Pompeo, dalle pareti impreziosite con grandi quinte architettoniche in cui le figure sono inserite creando movimento e straordinari effetti illusionistici, sondando lo spazio in profondità e lontananza. Tra questi sono inseriti i riquadri con le principali raffigurazioni: la Donazione di Costantino; Carlo Magno che incontra Adriano I; la Contessa Matilde di Canossa paladina della Chiesa contro Enrico IV e il Cardinale Egidio di Albornoz che consegna a Urbano V di ritorno da Avignone un carro con le chiavi della città. Al di sopra di ogni scena, il protagonista è nuovamente raffigurato dentro una edicola con il proprio attributo di riconoscimento.
La scelta dei soggetti è forse casuale? Certo che no! La tematica delle decorazioni del Salone di Pompeo rispecchia infatti la politica territoriale perseguita da Urbano VIII Barberini, le cui api araldiche sono disseminate ovunque, pontefice che aveva eletto cardinale proprio il nostro Bernardino Spada! Quale quindi ringraziamento e tributo migliore di questo? Vieni a visitare questa meraviglia insieme a noi: controlla quando nel programma mensile!