I culti orientali a Roma. Di cosa parliamo? Iniziamo dal principio!

L’Antica Roma fu un crocevia di genti e culture provenienti da tutto il mondo e per secoli da ogni parte del vasto impero giunsero non solo persone e merci, ma anche tradizioni, idee, credi religiosi. In particolare fu l’Oriente, con la sua millenaria storia, ad influenzare più di tutti il modello di vita romano, soprattutto in campo religioso: molte sono le divinità del pantheon romano derivate in parte – se non del tutto – da quelle levantine.

 

Iside e Serapide

Prima fra tutti la dea Iside, Grande dea madre egizia, che dal I secolo d.C. prese sempre più piede nell’Urbe dove si annoveravano diversi luoghi di culto a lei dedicati, tra cui il più importante nel cuore del Campo Marzio, proprio alle spalle del Pantheon, conosciuto con il nome di Iseo Campense. Ancora oggi tracce di questa area sacra si possono trovare sparse per la città, come alcuni obelischi o frammenti di statue, tra cui ricordiamo il famoso Pie’ di Marmo e il busto di Madama Lucrezia, una delle statue parlanti romane. 

 

 

Ovviamente Iside non fu la sola divinità egizia a spopolare: anche Serapide, dio nato dalla fusione di varie divinità come Amon Ra e Zeus/Giove, conobbe una grande fortuna  tra i romani. 

 

Giove e Venere d’Oriente

Tra le varianti in cui fu declinata la maggiore divinità romana, Giove, molte sono quelle di ispirazione orientale: basti pensare al culto di Giove Dolicheno, preveniente dall’Anatolia e particolarmente caro all’esercito. Protettore dei soldati e della fertilità, era spesso rappresentato con la scure e la folgore, ma anche con un toro, simbolo della forza procreatrice della virilità. Attributi simili sono presenti anche nell’immagine di Giove Eliopolitano, fusione tra il capo degli dei romano e Baal, signore della terra del Libano. Stessa sorte accomuna anche altre divinità orientali come la dea Venere che acquisisce i caratteri della Afrodite greca e dell’Astarte orientale.

 

 

Mitra

Un altro importante culto proveniente dalla Frigia, fu quello dedicato a Mitra, giovane dio nato da una roccia, il cui compito era quello di riportare ordine nel mondo, grazie al sacrificio del Toro Cosmico, dal cui sangue e dal cui sperma rifiorisce una nuova vita. Divinità strettamente legata al culto solare, Mitra si diffuse a macchia d’olio tra il II e il III secolo d.C. grazie ai soldati e ai mercanti, che ne furono i più grandi sostenitori. La religione mitraica (che presenta ancora oggi grandi lacune per quanto riguarda la sua completa conoscenza) si basava su una specifica ritualità misterica, a cui erano ammessi solo gli adepti. Un culto che prevedeva un rapporto più diretto tra divinità e fedele e che prometteva salute in vita e salvezza dopo la morte.

 

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Sebbene non siano così numerosi i mitrei rinvenuti a Roma, soprattutto se confrontati con quelli scoperti fino ad ora ad Ostia Antica, sappiamo che questa religione doveva essere molto diffusa tra la società maschile del tempo, tanto che alcuni imperatori non disdegnarono affatto di professarsi seguaci del giovane dio! Tra i mitrei più noti possiamo annoverare sicuramente quello del Circo Massimo; quello di Santa Prisca; quello di San Clemente e quello di Palazzo Barberini (vieni a scoprirli insieme a noi: controlla il programma mensile)!

 

Cristianesimo

Sempre nel II secolo d.C. un’altra religione proveniente dall’Oriente e precisamente dalla Palestina, acquisì via via sempre più importanza: era la cosiddetta setta dei Cristiani, seguaci di Gesù il Nazareno e derivata dalla più antica religione ebraica. Sarà proprio questo nuovo culto ad imporsi sugli altri a partire dall’inizio del IV secolo, fino a soppiantare tutte le altre religioni presenti nel vasto impero romano, che si avviava così a vivere una nuova fase religiosa, sociale, culturale e politica.