Tra le abitazioni più sontuose dell’Antica Roma, meritano certamente una particolare menzione gli Horti. Con questo termine si indicano le dimore signorili edificate in aree suburbane – e quindi periferiche – sviluppate solitamente in più edifici e padiglioni disposti all’interno di immense aree verdi, sistemate a giardino oppure predisposte per la coltivazione.
Gli Horti di Lucullo al Pincio
Questo tipo di residenza, particolarmente lussuosa, iniziò a diffondersi a partire dal II secolo a.C. quando cioè incominciarono a crescere le disponibilità economiche delle singole famiglie. Tra gli horti più antichi di cui si ha menzione, vi sono quelli che Lucullo (importante militare romano) fece edificare nel I secolo a.C. sulla collina del Pincio, da allora chiamata appunto collis hortulorum, e cioè collina degli horti. Si trattava di un complesso di edifici e di giardini realizzati su terrazze, costruite sulle pendici del colle e collegate da scalinate monumentali. Sembra inoltre che l’edificio principale, si trovasse nella posizione oggi occupata dalla Chiesa della Trinità dei Monti.
Gli Horti di Giulio Cesare
Memorabili furono poi gli Horti di Giulio Cesare sul Gianicolo, grossomodo all’altezza oggi di Villa Sciarra, che ospitarono anche – lontano da sguardi indiscreti – Cleopatra giunta a Roma dall’Egitto nel 46 a.C. insieme al loro figlioletto, Cesarione. Dopo l’arrivo della regina, il Palatium (l’edificio principale) fu ampliato con l’aggiunta di un peristilio e decorato con sontuosi affreschi. I giardini inoltre si aprivano su un porticciolo fluviale in cui era ancorato il barcone egizio di Cleopatra.
Gli Horti Sallustiani
Tra gli horti più imponenti vi erano quelli del grande storico romano Sallustio – occupavano l’intera area tra Pincio e Quirinale – fatti edificare nella seconda metà del I secolo a.C. Di tutta questa imponenza oggi resta ben poco, solo parte del grande padiglione centrale, ma sappiamo che dai suoi giardini provengono alcune delle più straordinarie opere di arte antica: il Galata Morente (oggi ai Musei Capitolini), il Galata Suicida e il Trono Ludovisi (entrambi a Palazzo Altemps). Questi horti dovevano essere talmente imponenti e lussuosi, da essere poi stati scelti anche da molti imperatori, nei secoli successivi, come residenza alternativa al grande palazzo sul Palatino.
Gli Horti di Mecenate
All’Esquilino invece vi erano gli Horti di Mecenate, stretto collaboratore e amico dell’imperatore Ottaviano. Anche in questo caso, degli immensi giardini e dei differenti edifici che qui si aprivano, resta visibile unicamente il cosiddetto auditorium, una grande aula semi-sotterranea munita di scenografica parete a ninfeo, utilizzata come triclinio e cioè come grande sala estiva per banchetti.
Ciò che rendeva però particolarmente lussuose questo tipo di residenze erano proprio le aree verdi adibite a raffinati ed eleganti giardini in cui i romani sistemavano sofisticati giochi d’acqua, boschetti, opere d’arte, portici, esedre, piante e fiori. Di tutto questo splendore oggi resta testimonianza nelle pitture parietali di giardino visibili nell’Auditorium di Mecenate, ma soprattutto negli straordinari affreschi della villa di Livia a Prima Porta (oggi a Palazzo Massimo alle Terme).
Gli Horti e l’Ars Toparia
Particolarmente diffusa era poi la moda dell’ars topiaria: i romani infatti nei loro progetti di giardini privati o pubblici non si limitavano a curare la crescita delle piante, ma cercavano di trasformare il loro aspetto naturale potandole e dando loro la forma di particolari oggetti o addirittura di animali.