Il Gianicolo, colle celebre per le sue terrazze panoramiche, vanta una storia molto lunga. Pur non rientrando nella celebre rosa dei mitici sette colli, il suo nome sembra essere direttamente collegato al dio Giano che, secondo la tradizione, qui avrebbe fondato un centro abitato noto appunto con il nome di Ianiculum.

 

1849: la Repubblica Romana e Garibaldi

Ma la sua fama è certamente legata agli eventi che qui si svolsero nel 1849. Il 9 Febbraio 1849 venne proclamata la Repubblica Romana, che ebbe vita breve, nonostante l’intervento difensivo di Garibaldi. Il 24 Aprile infatti, un corpo di spedizione francese sbarcò a Civitavecchia con l’intento di restituire Roma a Pio IX, fuggito a Gaeta. Dopo una prima sconfitta a Porta San Pancrazio, ricevuti i rinforzi, i Francesi sferrarono, agli inizi di Giugno, l’attacco decisivo: il Gianicolo fu quindi bombardato e preso d’assalto e a nulla valsero le barricate difensive dei mazziniani e dei garibaldini.

 

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Attacco a Villa Pamphilj – 3 giugno 1849

 

Il Gianicolo Risorgimentale

Le vicende eroiche di quei valorosi combattenti furono ben presto prese come esempio massimo di lotta per la libertà e per la patria, divenendo epopea. Eroi come Luciano Manara e Goffredo Mameli trovarono la morte proprio qui, lontani dalle loro città d’origine, ma accomunati da quello spirito unitario comune a tutti gli eroi risorgimentali. Fu così quindi che nel 1883, le nuove istituzioni italiane, Stato e Comune di Roma, acquistarono l’area sul colle per trasformarla in passeggiata pubblica dedicata alla memoria della Difesa di Roma.

 

I monumenti celebrativi: Garibaldi, Anita e le erme dei garibaldini

Due le opere principali: il monumento a Garibaldi realizzato da Emilio Gallori (inaugurato nel 1895) e quello ad Anita ideato da Mario Rutelli (inaugurato nel 1932). Tra di loro, la lunga passeggiata in cui si stagliano, una dopo l’altra, le numerose erme e busti degli eroi garibaldini, realizzati da importanti scultori, come Ettore Ximenes, Ettore Ferrari ,Giovanni Prini, Giovanni Nicolini, Publio Morbiducci e Amleto Cataldi.

 

 

 

Il Mausoleo Ossario Garibaldino

La commemorazione degli eroi continua anche nel Mausoleo Ossario Garibaldino, progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci e solennemente inaugurato il 3 Novembre 1941: qui sono accolti i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale dal 1849 al 1870. Al centro di un’area recintata, un austero quadriportico in travertino, costituito da tre archi a tutto sesto su ogni lato e in posizione elevata su una gradinata, racchiude il nucleo centrale del monumento: un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso di Baveno, arricchito da figurazioni allegoriche ispirate all’Antica Roma, tra cui la lupa, l’aquila imperiale, scudi e gladi.

 

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Porta San Pancrazio

Per comprendere al meglio questo pezzo importante della nostra storia, merita certamente una visita il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina ospitato all’interno di Porta San Pancrazio, aperto al pubblico nel 1976.

 

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