Il colle più romantico di Roma, il Gianicolo, custodisce gelosamente alcuni interessanti e suggestivi luoghi carichi di storia e curiosità. Uno di questi è la piccola ma straordinaria Chiesa di Sant’Onofrio, accanto all’Ospedale Bambin Gesù.

 

La nascita della Chiesa di Sant’Onofrio

E’ qui che nel 1419 il beato Nicola da Forca Palena, dopo aver acquistato alcuni terreni con l’aiuto delle donazioni dei fedeli, edificò un eremo, cioè un piccolo romitorio. Fu poi negli anni successivi che l’edificio fu trasformato in una vera e propria chiesa con annesso un convento e un chiostro dedicati a Sant’Onofrio, colui che visse da eremita per circa 60 anni nel deserto.

 

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Nel 1517 papa Leone X elevò la chiesa a titolo cardinalizio, mentre nel 1588 Sisto V le diede il titolo presbiterale: fu in questa occasione che venne anche aperta la suggestiva strada della Salita di Sant’Onofrio, per consentire ai fedeli un accesso più agevole alla chiesa.

 

Le opere d’arte del Domenichino

La chiesa si affaccia su un cortile delimitato su due lati da un elegante portico, decorato all’inizio del 1600 da una serie di affreschi realizzati dal Domenichino. Da qui si accede all’interno, un piccolo ma prezioso scrigno pieno di sorprese. La più celebre è indubbiamente il monumento funerario di Torquato Tasso realizzato nel 1608.

 

 

 

Il Tasso a Sant’Onofrio al Gianicolo

E’ in una delle stanze di questo convento che Tasso trovò conforto nelle sue ultime ore di vita: il poeta giunse infatti a Roma da Napoli nel 1595 dietro la promessa di papa Clemente VIII di incoronarlo poeta, come era stato secoli prima per il Petrarca. Il Tasso però si ammalò e morì prima di poter presenziare alla cerimonia: si spense proprio qui, nella cella del convento in cui oggi è allestito un piccolo museo a lui dedicato che conserva manoscritti, antiche edizioni delle sue opere, la maschera funebre e la pietra tombale che sovrastava l’originario luogo di sepoltura del poeta – prima della costruzione del monumento nella chiesa – ed è un vero peccato che non sia aperto al pubblico. Ma volgendo il nostro sguardo sotto il portico del chiostro, saremo ripagati.

 

Il Chiostro di Sant’Onofrio e gli affreschi del Cavalier d’Arpino

Qui si trova la lunga serie di lunette interamente affrescate dal Cavalier d’Arpino e aiuti con le Storie di Sant’Onofrio, realizzate in occasione delle celebrazioni del Giubileo del 1600. Come narrato dagli affreschi, Onofrio si ritirò a vivere da eremita e quando gli abiti del santo furono troppo logori e si ridussero a brandelli, un miracolo divino gli fece crescere i capelli in modo da proteggerlo dal freddo. Questo miracolo è il motivo per cui Sant’Onofrio è il patrono dei tessitori!

 

 

Un campanile da record!

Prima di lasciare questo luogo, tornando nel cortile davanti alla chiesa, osserviamo un attimo il campanile: la campana più piccola sembra abbia suonato accompagnando il Tasso nei suoi ultimi momenti di vita, fino alla morte. E a questa campana è legato anche un altro aneddoto. Nel 1849 i Garibaldini requisirono alcune campane cittadine per forgiare cannoni, ma quando si presentarono nella Chiesa di Sant’Onofrio, incontrarono la ferrea resistenza del superiore del convento, che supplicò loro di non distruggere la piccola campana tanto legata alla memoria del poeta. Garibaldi, commosso, ordinò: “Le campane che suonarono l’agonia del Tasso sono sacre: siano rispettate!” 

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