Architetto, scultore, pittore, scenografo e poeta. Questo fu Gian Lorenzo Bernini. Un uomo in grado di cimentarsi in tutte le arti, fino a divenire uno dei più importanti protagonisti di tutto il 1600.
La famiglia Bernini
Napoletano di nascita, la sua iniziazione all’arte avvenne all’interno della bottega paterna: Pietro Bernini infatti era un noto scultore fiorentino che riceveva già numerose committenze in tutte le più importanti città italiane. I due si trasferirono a Roma nel 1606 quando Gian Lorenzo aveva solo 8 anni ed il padre decise di insegnargli, fin da subito, i primi rudimenti della scultura. E fu chiara la straordinaria e unica abilità che Gian Lorenzo aveva nel lavorare il marmo, tanto da portare Pietro a scegliere il figlio come aiutante, quando questi era solo un adolescente!
Bernini e il cardinale Scipione Borghese
Sponsorizzato dal padre, Gian Lorenzo conobbe ben presto il suo primo e più importante mecenate: Scipione Borghese, cardinal nepote di papa Paolo V. Fu così che per Scipione, il giovane Bernini realizzò alcune delle sue opere più straordinarie: Enea, Anchise e Ascanio; Ratto di Proserpina; il David e l’Apollo e Dafne. Gruppi scultorei rivoluzionari, di una forza straordinaria e una potenza senza tempo, oggi tutti gelosamente custoditi all’interno della Galleria Borghese.
Bernini architetto: San Pietro e gli altri capolavori
Nasce come scultore, ma entra con forza anche nel mondo dell’architettura. A partire dal 1629, durante il pontificato di Urbano VIII Barberini, ricevette l’incarico di primo architetto della Fabbrica di San Pietro realizzando ben due capolavori: il Baldacchino e la Cattedra. Il pontefice lo volle anche a lavorare nel palazzo di famiglia, Palazzo Barberini insieme all’altro genio del suo tempo, Francesco Borromini. Fu così che Bernini iniziò il suo lungo periodo di egemonia artistica su Roma: nasceva un vero e proprio genio, riconosciuto e sancito da ben sei pontefici differenti, i quali siglarono un vero e proprio sodalizio con l’artista che durò ben 50 anni!
Tra le opere che sono certamente passate alla storia vi sono – oltre alle già citate – anche l’imponente Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona, l’abbraccio ideale dei fedeli rappresentato dal Colonnato della piazza antistante la Basilica di San Pietro, la porta monumentale di piazza del Popolo, appositamente realizzata per volere di papa Alessandro VII Chigi per accogliere la regina Cristina di Svezia, il divertente Elefantino di piazza della Minerva, il Palazzo di Propaganda Fide e la serie di angeli per Ponte Sant’Angelo.
Gli ultimi anni
Una vita artistica sensazionale quella di Gian Lorenzo che di fatto cambiò radicalmente l’aspetto della città di Roma che, dopo di lui, non sarebbe più stata la stessa. Bernini morì anziano, ancora richiesto e in piena attività lavorativa, con committenze che arrivavano anche dall’estero. Si spense nel 1680 quando aveva ormai 82 anni nel suo palazzo alle spalle di piazza di Spagna e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, lì dove da ragazzo aveva mosso i primi passi e dove ancora oggi una targa ricorda proprio quella che fu la sua prima abitazione romana.