Tra Palatino e Campidoglio, si venne a creare durante il corso dei secoli, il vero e proprio centro commerciale, politico, amministrativo, religioso e giudiziario di Roma.
Il Foro Romano: le origini
L’area, bonificata nel VII secolo a.C. grazie alla Cloaca Maxima, iniziò ad ospitare i più importanti edifici cittadini: nella valle ai piedi del Campidoglio, quelli destinati alle funzioni pubbliche (Comizio, Rostra e Curia), mentre poco più avanti iniziò a delinearsi il profilo di una vera e propria piazza (foro appunto), dove alle botteghe si affiancarono ben presto i santuari più antichi della città dedicati a Saturno, Concordia, Vesta e ai Dioscuri.
I monumenti lungo la via Sacra
La piazza era attraversata in tutta la sua lunghezza dalla via Sacra, l’importante strada di collegamento con il Tempio di Giove sulla cima del Campidoglio. Tra II e I secolo a.C. fecero poi la loro comparsa le due sedi di giustizia e commerci, le Basiliche Emilia e Giulia, le quali iniziarono a delimitare i due lati lunghi del Foro.
Sarà poi l’Ara di Cesare, il tempio dedicato al Divo Giulio e voluto da Ottaviano Augusto, a chiudere la piazza sul lato opposto al Campidoglio. Con il passaggio vero e proprio dalla Repubblica all’Impero, il Foro Romano inizierà ad essere sempre più edificato ed impreziosito grazie alla continua aggiunta di importanti edifici celebrativi.
I monumenti celebrativi
Qualche esempio? Gli archi di Tito e Settimio Severo (il primo verso il Colosseo, il secondo ai piedi del Campidoglio), la serie di colonne onorarie poste al centro della piazza e soprattutto i templi dedicati agli imperatori: il Tempio di Antonino e Faustina lungo la via Sacra o il Tempio di Vespasiano e Tito ai piedi del Campidoglio.
La vita quotidiana nel Foro Romano
Come cuore pulsante e vivo della città, il Foro Romano richiamava ogni giorno numerose persone che qui giungevano per lavorare, fare acquisti, incontrare amici e uomini d’affari, ma soprattutto per assistere alle funzioni pubbliche ed ufficiali. Era nel Foro infatti che si svolgevano le processioni religiose, i sacrifici agli dei, i cortei funebri e le processioni trionfali.
La più divertente descrizione della vita del Foro resta quella fornita da Plauto nella sua commedia “Curculio”:
“Là sul Comizio, dove siedono i giudici e dalla tribuna parlano gli oratori, vedi gli spergiuri, i mentitori e i millantatori; presso le botteghe vecchie e le nuove, innanzi alla basilica, vedi le sgualdrine, i banchieri, gli usurai e i sensali; sull’infimo Foro le persone serie e dabbene che tranquillamente si intrattengono. Dietro al Tempio dei Dioscuri si raccoglie la gente schifosa e di cattiva fama. Dappertutto poi quella schiera di oziosi e di vagabondi, i “forenses” che quando non sono occupati in giochi d’azzardo, si fanno propalatori di false notizie, giudicano con la maggiore sicumera del governo…”.
Anche se oggi ciò che resta è in grado solo di far intuire la grandezza del passato, non è assolutamente difficile immaginare quanto vivo dovesse essere il centro cittadino.