Roma e l’acqua: un binomio millenario. Scopriamo insieme la storia di un sito straordinario, il Vicus Caprarius!
La storia della Fontana di Trevi
La Fontana di Trevi è uno dei monumenti più famosi di Roma nel mondo e migliaia di persone ogni giorno bramano per poterla ammirare, aggiungendo se possibile l’immancabile rito del lancio della monetina. Costruita nel Settecento su progetto del giovane architetto Nicola Salvi, sorge lì dove un tempo si trovava una delle fontane che accompagnavano il percorso cittadino dell’acquedotto Vergine voluto da Agrippa nel I sec. a.C.
Ma cosa rende unica questa fontana? Forse il fatto che è sostenuta da un imponente palazzo nobiliare, forse il candido travertino in cui è scolpita, forse le imponenti statue del dio Oceano con i Tritoni e i cavalli, forse le cascate suggestive che in più punti di dipartono o forse per le mille leggende nate intorno ad essa, anche grazie al mito felliniano della Dolce Vita. Chi non ricorda infatti il conturbante bagno della bella Anita Ekberg?
Il Vicus Caprarius: la Città dell’Acqua
Ma forse in pochi sanno che a pochi metri dalla fontana, in vicolo del Puttino e accanto all’ex cinema Trevi, si nasconde una recente area archeologica, il Vicus Caprarius, che permette di ammirare i sotterranei della zona scoprendo così qualche curiosità in più sulla Roma antica.
Qui infatti, a circa nove metri di profondità, vi sono i resti di alcune strutture, assai ben conservate. Tutto ebbe inizio con la costruzione di un’insula, un caseggiato popolare a più piani, in parte trasformata in epoca più tarda in una sontuosa domus, una casa di lusso di proprietà di personaggi abbienti.
Ma ciò che caratterizza maggiormente l’area sono i resti del castellum acquae dell’acquedotto Vergine, l’imponente serbatoio di distribuzione delle acque, utilizzato in epoca romana per condurre l’acqua nel cuore del Campo Marzio.
I reperti archeologici del Vicus Caprarius
All’interno dell’area archeologica, è stato inoltre allestito un piccolo ma interessante museo che espone parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi qui condotti.
Tra questi spicca la testina di Alessandro Helios, un tesoretto costituito da 800 monete e la serie di anfore africane per il trasporto dell’olio. Insomma un viaggio sotterraneo alla scoperta della millenaria storia della città, da scoprire insieme a noi: controlla il programma mensile!
Ho visitsto domenica ls “citta dell’acqua” dito archeologico interessante e carino ma accoglienza decisamente negativa. Anche se hai prenotato e ti metti in fila i gruppi hanno la precedenza, se provi a protestare vieni praticamente ignorato, in fila c’erano anche degli stranieri con cui mi sono scusato per i loro comportamento. Le signorine non hanno fatto fare una bella figura all’Italia. Suggerirei un corso di formazione e comunicazione del personale all’accoglienza che reputo decisamente scortese.
Gentile Mario, ci dispiace che la sua esperienza non sia stata del tutto positiva, ma la nostra associazione non è coinvolta nella gestione e nell’apertura dell’area archeologica del Vicus Caprarius. Consigliamo quindi di contattare direttamente i gestori del sito per esporre tutte le problematiche riscontrate: https://www.vicuscaprarius.com/contatti/