Potere, follia, ricchezza, fama, vendetta, intrigo, gloria, lussuria, guerra, conquista… Sono questi gli ingredienti che hanno caratterizzato la vita di alcuni degli imperatori dell’antica Roma, passati alla storia come uomini del terrore, pazzi sanguinari… Il loro nome, nonostante il passare dei secoli, riecheggia ancora come un eco oscuro e nefasto e tutti conosciamo, anche solo per sentito dire, Caligola, Nerone, Domiziano, Commodo e Caracalla. Ma ce ne sono anche altri nella lista nera, insospettabili…

Dopo aver conosciuto Caligola, Nerone, Commodo e Caracalla, è la volta di scoprire chi era davvero l’imperatore Domiziano, terzo e ultimo esponente della gens Flavia.

Chi era Domiziano?

Suo padre, Vespasiano, era riuscito a prendere il potere dopo una estenuante guerra civile, scatenata alla morte di Nerone, riuscendo a ristabilire la pace nell’impero e restaurando gli antichi costumi romani, tanto cari all’aristocrazia, nostalgica della Repubblica. Alla morte, subentrò il primogenito Tito, definito “delizia del genere umano”, che con le sue campagne vittoriose in Palestina – e la conseguente distruzione del Tempio di Salomone a Gerusalemme – aveva riportato in patria un copioso bottino di guerra.

Alla sua morte, nell’81 d.C., salì al comando dell’Impero il fratello minore, Domiziano, che al tempo aveva 30 anni. Dalle fonti più o meno coeve come Svetonio, veniamo a sapere che sin da adolescente si dimostrò ben istruito ed educato, molto abile nella conversazione e nella poesia (noto il suo amore per la cultura greca). Da giovane, nonostante il suo impegno nella vita pubblica accanto al padre e al fratello, non ebbe mai ruoli rilevanti soprattutto dal punto di vista militare: dovette infatti aspettare la morte di Tito per guadagnarsi la scena!

Nel mentre aveva già contratto matrimonio con la bella e nobile Domizia Longina, preferendola alla nipote Giulia Flavia – figlia di Tito – che divenne comunque sua amante.

E’ ancora Svetonio a descrivere le caratteristiche fisiche e caratteriali del giovane imperatore:

“Era di alta statura, con un’espressione modesta nel volto che spesso arrossiva, occhi grandi ma miopi. Era bello e ben proporzionato, specie da giovane”.

I primi anni di regno

All’inizio il suo governo fece ben sperare, perché fu attento ed oculato nelle questioni economiche ed amministrative, fu eccellente nell’urbanistica – a lui si deve per esempio la ricostruzione di gran parte di Roma dopo il rovinoso incendio dell’80 d.C. – e strategico nelle operazioni militari dove si occupò soprattutto di stabilizzare e rendere sicuri i confini. Molte le importanti opere architettoniche fatte realizzare in città, come per esempio il celebre Stadio dedicato alle competizioni olimpiche (oggi al di sotto di piazza Navona). Controlla il programma mensile per vedere quando è prevista la prossima visita guidata!

Stadio Domiziano e piazza Navona_lasinodoro

Gli anni del terrore

Ma a partire dall’88 d.C. tutto cambiò instaurando un vero e proprio regime del terrore. Come mai? Al tempo della guerra contro i Daci infatti, alcune legioni al comando di Saturnino, governatore della Germania, si ribellarono, costringendolo a firmare una pace affrettata e sfavorevole ai Romani. Sentendosi tradito, Domiziano fu portato a vedere congiure ovunque, chiudendosi in se stesso e diffidando di tutto e tutti.

Creò così una rete di spie per raccogliere informazioni compromettenti, come riporta TacitoNessuno era al sicuro. La libertà di parlare e di ascoltare era tolta”: chiunque in cambio di favori o denaro poteva denunciare e tradire l’avversario, ma anche l’amico o il parente. Iniziarono ad essere così fisicamente eliminati molti avversari politici, soprattutto gli esponenti della classe senatoria ed i filosofi, da sempre ostili all’imperatore e assai pericolosi con le loro “parole”.

Gli ultimi anni di regno: congiura e Damnatio Memoriae

Domiziano_lasinodoro

Tutto questo portò, come era prevedibile, all’organizzazione di una congiura ai danni dell’imperatore, che non fallì nel suo obiettivo. Con la complicità dei suoi più stretti amici e collaboratori, compresa la moglie Domizia, il procuratore Stefano riuscì con uno stratagemma ad avvicinare Domiziano, colpendolo a morte. Il suo corpo fu dato alle cure della sua nutrice, che gli rese gli estremi onori, mescolando le sue ceneri con quelle dell’amata Giulia (morta in seguito ad uno dei numerosi aborti a cui fu costretta da Domiziano stesso).

Il Senato proclamò nuovo imperatore l’anziano Nerva: era il 96 d.C. Su Domiziano invece si abbatté la damnatio memoriae, che durò secoli e secoli. Oggi però ancora molto a Roma parla di Domiziano, soprattutto con le grandi opere urbanistiche da lui volute, come lo Stadio per le competizioni olimpiche (oggi i sotterranei di piazza Navona) o ancora il Foro dedicato a Minerva, conosciuto però, come Foro di Nerva, per ironia della sorte, perché da lui inaugurato!

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