A ridosso del Tevere, accanto alla Bocca della Verità, sono giunti fino ai nostri giorni, praticamente intatti, due degli edifici di culto più antichi di tutta Roma, sorti nel cuore dell’importante Foro Boario. Quali? Scopriamoli insieme!
Il tempio rotondo: Vesta o Ercole?
Il primo tempio, circolare, è erroneamente detto di Vesta. In realtà si tratta del Tempio di Ercole Vincitore ed è detto Olivario perché fatto edificare alla fine del II secolo a.C. da Marco Ottavio Erreno, un mercante romano arricchitosi con il commercio dell’olio: il dio Ercole era infatti il patrono della corporazione degli oleari, cioè i mercanti d’olio.
L’edificio, a pianta circolare, presenta lungo il suo perimetro ben 20 colonne che custodiscono la piccola cella interna. Il tempio era una costruzione a prova di terremoto e di alluvioni, che dovevano essere assai numerose visto la vicinanza al fiume. La sua fondazione è infatti costituita da un cilindro in blocchi di tufo e il “pozzo” sotterraneo fu appositamente lasciato vuoto per poter accogliere le variazioni dei livelli d’acqua!
Rimasto sempre in uso durante il periodo della Repubblica e dell’Impero, venne poi trasformato in una piccola chiesa dedicata a Santa Maria del Sole in seguito ad un miracolo qui avvenuto nel 1560. Geronima Latina, un’anziana signora di ben 115 anni di età, ricevette in dono dal fratello un’immagine della Vergine dipinta in papiro e recuperata nel Tevere: la donna subito la custodì in uno scrigno, ma dopo alcuni giorni, vide l’immagine risplendere come il sole. Tutta Roma subito accorse nella casa per assistere al prodigio. Inizialmente l’atrio della casa fu trasformato in edicola e in seguito l’immagine fu portata all’interno del vicino tempio romano. Non sappiamo che fine abbia fatto l’originale papiro, ma entrando oggi nella cella possiamo ammirare un raffinato affresco del 1400 con la Vergine, attribuito ad Antoniazzo Romano.
Il Tempio di Portuno
A pochi metri di distanza, si trova il secondo edificio di culto, il Tempio di Portuno, divinità legata ai porti – qui infatti si trovava l’antico Porto Tiberino – edificato alla fine del I secolo a.C. Realizzato su un alto podio, è di forma rettangolare ed è circondato su tre lati da imponenti colonne.
Più volte rifatto durante il corso dei secoli, anche questo tempio fu trasformato nel Medioevo nella Chiesa dedicata a Santa Maria che a partire dal 1492 è detta Egiziaca, dedica dovuta probabilmente alla presenza nella zona di importanti comunità orientali.
Entrando al suo interno, è ancora oggi possibile ammirare la serie di straordinari affreschi che in passato dovevano rivestire completamente le pareti. Da ciò che rimane è possibile ricostruire l’apparato decorativo che doveva comprendere il racconto per immagini dell’infanzia e della vita della Vergine insieme a numerose scene tratte dalla vita di santi, tra i quali si riconoscono San Basilio, le Sante Rufina e Prisca ed ovviamente Santa Maria Egiziaca.
Nata nel 344 ad Alessandria d’Egitto, Maria Egiziaca fuggì da casa giovanissima, vivendo di elemosina e prostituzione. Dopo aver incontrato un gruppo di pellegrini diretti a Gerusalemme, decise di seguirli e dopo essere entrata nella Basilica del Santo Sepolcro, decise di iniziare un cammino di penitenza, che la porterà però a morire in solitudine nel deserto.
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