Passeggiando per il centro storico di Roma, è possibile ammirare statue di ogni forma e dimensione: alcune dedicate ad importanti personaggi della storia, altre a santi o divinità pagane, altre ancora ad animali reali o fantasiosi. E’ anche possibile però osservare alcune statue femminili, che ritraggono donne storiche o immaginarie, a cui sono legati racconti e tradizioni della Roma che fu. Tra queste…ecco le meno note!
Santa Brigida a piazza Farnese
In piazza Farnese, accanto all’omonimo palazzo, sorge la Chiesa Nazionale degli Svedesi dedicata alla patrona d’Europa, Santa Brigida, e alla figlia Caterina. L’edificio fu costruito nel luogo esatto in cui la santa visse e poi morì nel 1373 e due statue che ritraggono proprio le pie donne sono ben visibili in facciata! Brigida giunse a Roma con la figlia, dopo essere rimasta vedova ed essersi votata a Cristo. Qui trovò una situazione alquanto disastrosa dal punto di vista religioso: la sede pontificia da anni infatti si era trasferita ad Avignone, lasciando Roma senza una guida spirituale e politica. Brigida così, che era una donna colta, determinata ed assai intelligente, si operò per convincere il pontefice a rientrare in città, ma purtroppo morì prima di vedere ripagati i frutti dei suoi sforzi. E’ ricordata anche per le sue esperienze mistiche, i numerosi pellegrinaggi e il temperamento duro e forse poco garbato, che mal si sposava però con l’ironia e l’indolenza romana.
Sant’Agnese a piazza Navona
Sempre in tema “mistico”, un’altra importante santa per la città di Roma è sicuramente Agnese, giovane martire cristiana, la cui vicenda si perde e mescola con la tradizione. La fanciulla era una ricca matrona romana vissuta tra il III e il IV secolo, che decise di consacrare la propria vita a Cristo, rinunciando alla proposta amorosa del figlio del prefetto di Roma. Questi, irato per il rifiuto, la denunciò pubblicamente come cristiana, facendola così arrestare. I soldati trascinarono Agnese in uno dei fornici dello Stadio di Domiziano – oggi sotterranei di piazza Navona – per abusare di lei, strappandole i vestiti di dosso. Miracolosamente però i suoi capelli iniziarono a crescere, coprendone le nudità e lasciando sbigottiti tutti i gendarmi! Uno di loro provò comunque ad avvicinarsi e fu subito ucciso da un fulmine inviato da Dio. Agnese fu così accusata anche di stregoneria, nonostante avesse risuscitato il suo aguzzino, venne condannata a morte e sgozzata come un agnello sacrificale: il suo nome, Agnes, significa infatti proprio agnello!
Poco dopo il martirio, sul luogo in cui fu tentata la violenza, sorse una chiesa eretta in suo onore, Sant’Agnese in Agone, restaurata nel Seicento da Francesco Borromini, per conto di papa Innocenzo X Pamphilj. Nella splendida facciata curvilinea, con due campanili sulla fronte, si può scorgere la statua della fanciulla, con una mano sul petto, in segno di devozione e preghiera.
Madama Lucrezia in piazza San Marco
In piazza San Marco invece, nascosta in un angolo al lato della Basilica omonima, vi è l’imponente busto di epoca romana, raffigurante una donna, interpretata come sacerdotessa della dea Iside, grazie al particolare nodo della veste all’altezza del seno, tipico segno distintivo del culto della dea egizia. La statua fu rinvenuta in passato nella zona adiacente al Pantheon, dove un tempo sorgeva il grande santuario dedicato a Iside. Ma la fantasia popolare ha preferito attribuire a questo busto il nome di Madama Lucrezia, forse in onore di Lucrezia d’Alagno, donna assai bella e intelligente, divenuta famosa per la sua sfortunata relazione con Alfonso V d’Aragona, re di Napoli, già sposato però con Maria di Castiglia. Sembra che Lucrezia abbia stregato a tal punto il sovrano da indurlo a chiedere addirittura l’annullamento al pontefice del matrimonio, senza però essere accontentato.
Cacciata dalla città partenopea alla morte del sovrano, Lucrezia si rifugiò a Roma dove sembra seppe conquistare l’amore e il rispetto dei cittadini. La statua che porta il suo nome è una delle famose “Statue Parlanti” della città, capeggiate da Pasquino, che in più di un’occasione seppero ben esprimere il malcontento popolare con i loro cartelli satirici! Inoltre, fino ad un paio di secoli fa, nella giornata del 1 Maggio, Madama Lucrezia veniva addobbata con collane di cipolle, aglio, peperoncini e altra verdura ed eletta a “curato” del Ballo dei Guitti.
Chi erano costoro? Storpi e sbandati di Roma, che insieme alla gente comune, si riunivano proprio in questa piazza, nel giorno di festa, anche per celebrare nozze e matrimoni, finti ovviamente, ma proprio al cospetto della statua di Madama Lucrezia, che con il suo secolare beneplacito, dava il via alla festa con danze sfrenate!