Dopo la straordinaria esposizione dedicata ai “Marmi Torlonia”, i Musei Capitolini ospitano a Villa Caffarelli una nuova e interessante mostra dal titolo: “Domiziano Imperatore. Odio e Amore.
L’imperatore Domiziano in mostra
La mostra, interamente dedicata a Domiziano (ultimo regnante della potente gens Flavia, amato e odiato in vita così come in morte), intende raccontare la complessità e i contrasti dell’imperatore e del suo impero attraverso l’esposizione di quasi 100 opere provenienti da alcuni dei più importanti musei internazionali ed italiani.
Lungo il percorso espositivo, sarà possibile comprendere pienamente la figura complessa di Domiziano, spesso descritto già dai contemporanei come un tiranno e così considerato anche dai posteri, formulando quindi un giudizio basato spesso su fonti storiche e letterarie a lui avverse.
E’ infatti grazie a degli studi più recenti e all’osservazione più attenta e dettagliata delle fonti materiali (specialmente epigrafiche) che è stato possibile restituire a Domiziano l’immagine di un imperatore attento alla buona amministrazione, al rapporto con l’esercito e con il popolo, devoto agli dei e riformatore della moralità degli uomini.
Un imperatore che non pretese e non incoraggiò la formula autocratica “dominus et deus”, ritenuta da molti la motivazione profonda del clima di sospetti, terrore e condanne a morte sfociato nella congiura in cui poi perse la vita.
La Damnatio Memoriae e i ritratti
La violenta damnatio memoriae che, secondo la drammatica testimonianza di Svetonio e Cassio Dione avrebbe comportato subito dopo la sua morte l’abbattimento delle statue che lo ritraevano e l’erosione del suo nome dalle iscrizioni pubbliche, fu in realtà limitata solo in alcuni contesti e non trova conferma nel numero di ritratti giunti fino a noi, non solo a Roma ma anche in tutto l’Impero.
Ritratti in marmo e in bronzo di personaggi imperiali e divinità, elementi di decorazione architettonica in marmi bianchi e colorati, oggetti di piccole dimensioni in oro e bronzo: è questo tutto quello che è stato raccolto in mostra per approfondire e comprendere la vita e le gesta di uno degli ultimi grandi imperatori del I secolo d.C.
E non è un caso che l’esposizione accolga il visitatore con la statua del Genio di Domiziano, posta proprio al centro della prima sala, dedicata alla caducità della vita, rappresentata idealmente da ritratti infantili, allusivi all’imperatore e al figlioletto morto prematuramente.
La vetrina “del tempo della vita”
Curiosa è anche la cosiddetta vetrina “del tempo della vita”: sul quadrante di un orologio (soluzione concettuale e visiva per far percepire ai visitatori con immediatezza lo scorrere veloce ed inesorabile del tempo), otto oggetti simboleggiano i momenti cruciali della vita dell’imperatore, indicati dal pugnale (lancetta) che uccise Domiziano.
Alcuni capolavori in mostra
Tra le sculture in marmo esposte meritano particolare menzione due opere poco note provenienti dallo Stadio di Domiziano e appositamente rispolverate dai depositi capitolini: il torso della statua di Ermete che si slaccia un sandalo e la testa di giovane satiro ridente coronato di pino, a cui si devono aggiungere il ritratto femminile della “Dama Flavia” o “Busto Fonseca” sempre dai Musei Capitolini e quelli straordinari di altre matrone provenienti dal Louvre, oltre alla statua di Meleagro da Napoli.
Domiziano e l’architettura
Ma la mostra vuole raccontare molto di più grazie anche alle sezioni dedicate ai luoghi privati di Domiziano, dalla casa natale sul Quirinale al palazzo imperiale sul Palatino e alla villa di Albano; al rapporto con l’esercito e all’attività edilizia e monumentale che Domiziano realizzò nelle città e nei territori dell’impero. Insomma una mostra assolutamente da vedere.
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