A Roma vi è un luogo dove anche la morte può apparire meno tremenda e più soave, perché diviene bella come un’opera d’arte. Dove? In via Veneto, la strada della “dolce vita”, e il luogo in questione è la cripta della Chiesa di Santa Maria Immacolata, officiata ieri come oggi dai Frati Cappuccini.
La decorazione della Cripta
Oggi la cripta, considerata un vero e proprio capolavoro architettonico, rientra in un percorso di visita più ampio, comprendente anche le sale del nuovo museo, dedicato all’ordine francescano e in particolare ai Frati Cappuccini. Oltre ad importanti cimeli che raccontano l’evolversi di questo movimento e le sue peculiarità, dal Medioevo fino ai nostri giorni, vi è un importante quadro originale di Caravaggio, raffigurante proprio San Francesco penitente. Ma ovviamente chi si reca in questo luogo lo fa soprattutto per entrare nelle piccole stanze che compongono la cripta e lasciarsi rapire dall’originalità delle decorazioni. Ogni singola sua parte è infatti realizzata con le ossa dei molti uomini, donne e bambini qui sepolti nel corso dei secoli.
Le “ossa” che fanno “arte”
Troviamo quindi intere colonne fatte di femori ed omeri, lampadari creati con le vertebre, rosoni composti da clavicole, oltre all’inserimento di crani per creare curiosi giochi iconografici. Nelle nicchie di ossa che si vengono a creare lungo la parete, sono poi inseriti scheletri interi vestiti proprio da frati, che si rivolgono a noi visitatori quasi come a volerci incoraggiare nel cammino, pronti a ricordare che “quello che siete voi oggi lo eravamo noi ieri e quello che siamo noi oggi lo sarete voi domani”. A primo impatto in effetti il luogo può apparire triste o assai macabro. Ma andando avanti nel percorso e scorgendo i simboli di rinascita e vita presenti nella cripta – come rose, stelle, clessidre, fiori, cerchi, quadrati, ecc. – si comprende forse meglio l’idea dietro l’opera. L’ignoto artista infatti che nel XVIII secolo realizzò questa opera, voleva forse trasmettere un messaggio più di speranza che di morte. L’idea era quindi quella di rendere la morte, molto probabilmente, meno terribile e più sopportabile, fin quasi a “scherzare” con essa!
Nella cripta sono sepolti principalmente frati, ma qui trovano eterno riposo anche alcuni personaggi che furono legati all’ordine, tra cui alcune nobili donne, considerate dai cappuccini le loro amate “madri”. Inoltre in una delle stanze, forse la più commovente, vi sono gli scheletri di tre bambini, gli unici completamente nudi, che ricordano come purtroppo la morte non conosca età.
I simboli più ricorrenti
Tra i simboli più ricorrenti presenti nella cripta vi sono come già accennato le rose e i fiori, connessi da sempre con la rinascita a nuova vita; le stelle, una tipica iconografia mariana; cerchi e quadrati, forme geometriche spesso connesse all’immortalità e alla perfezione divina; ed inoltre clessidre e bilance, legate allo scorrere inesorabile del tempo e alla giustizia divina.
Una cripta davvero unica nel suo genere che incarna perfettamente lo spirito con cui San Francesco percepiva la morte, chiamandola “sorella” e che da secoli desta l’ammirazione e lo stupore degli avventori. Basta pensare infatti a come descrisse questo luogo nel 1775 il marchese de Sade nel suo Viaggio in Italia: “Non ho mai visto nulla di più impressionante.” E se ora volete ammirare dal vivo la straordinaria cripta dei Cappuccini non dovete far altro che prenotare la vostra visita guidata. Come? Consultando il programma mensile dell’Asino d’Oro!