Gli appassionati di architettura a Roma troveranno sempre pane per i propri denti. Lasciando però un attimo da parte il celebre centro cittadino, è recandosi nel quartiere di Montesacro che si avrà l’occasione di ammirare qualcosa di veramente particolare. E cioè uno degli esempi più significativi dell’esperienza italiana di “città giardino”, un modello di pianificazione urbanistica nato dalle riflessioni di Ebenezer Howard, le cosiddette “garden cities”, in cui i quartieri e gli isolati erano circondati da “cinture verdi”, che contenevano aree proporzionate di residenze, industrie e agricoltura.
La nascita della “Città Giardino Aniene”
Come si arrivò a questo anche a Roma? Dopo la Prima Guerra Mondiale, nella capitale sorse il problema residenziale e tornarono alla ribalta le ipotesi di decentramento edilizio a bassa densità abitativa in aree esterne al Piano Regolatore del 1909, dove i terreni erano offerti a costi inferiori, pur mantenendo la possibilità di facili collegamenti con il centro cittadino.
Nel 1920 la nascita della “Città Giardino Aniene” si concretizzò su iniziativa di un consorzio tra Comune, Unione Edilizia Nazionale e Istituto Case Popolari di Roma e venne realizzata su progetto dell’architetto, ingegnere e urbanista romano Gustavo Giovannoni, delineandosi come un’iniziativa destinata al ceto medio dei dipendenti pubblici e professionisti. Il progetto venne realizzato proprio a Montesacro, nella zona Nord-Est della città, su un’altura lungo la via Nomentana, in prossimità della confluenza del fiume Aniene con il Tevere.
La nuova viabilità: Ponte Tazio, Corso e piazza Sempione
Il quartiere prese infatti forma dalla nuova viabilità ottenuta con la costruzione del Ponte sull’Aniene (Ponte Tazio) in asse alla via Nomentana e che conduceva alla piazza, centro fisico e funzionale della nuova città, da cui dipartivano due anelli viari, uno più ampio verso nord e uno più piccolo verso sud.
Il progetto era inoltre strutturato tenendo conto di due elementi principali: il primo, un sistema di servizi per i cittadini (inizialmente previsti proprio sull’asse Ponte Tazio – Corso e Piazza Sempione) con scuola, chiesa, cinema-teatro, ufficio postale, negozi e un “quartiere per lo sport” (non più però realizzato); il secondo, un grande parco pubblico tipico della garden cities d’oltremanica, oggi inglobato nella Riserva Naturale dell’Aniene. Il tessuto insediativo della nuova città era inoltre caratterizzato da una bassa densità abitativa e dalla tipologia edilizia dei villini con giardino di pertinenza. Nel rispetto della morfologia del territorio inoltre, il disegno a terra dell’impianto stradale era contraddistinto da tracciati prevalentemente curvilinei, irregolari, quasi mai perpendicolari tra loro. E come già sperimentato nel quartiere della Garbatella, lo stile architettonico prevalente era rappresentato dal “barocchetto”, una rielaborazione di elementi dell’architettura minore romana molto diffusa tra Cinquecento e Settecento.
Gli interventi più significativi della “Città Giardino Aniene”
Tra gli interventi più significativi meritano una particolare menzione la Chiesa degli Angeli Custodi progettata dallo stesso Giovannoni e costruita fra il 1922 e il 1925; e piazza Sempione “centro direzionale” del quartiere in cui è impossibile non notare il fabbricato con torretta di Innocenzo Sabbatini dove, tra gli stucchi posti sopra ogni finestra, si scorge un volto maschile, quello dello stesso progettista che ha voluto così firmare la propria opera.
Degni di nota sono inoltre i diversi villini sparsi un po’ in tutto il quartiere dalle caratteristiche più o meno comuni (anche se ciascuno riporta peculiarità tipiche della personalità del singolo progettista): torretta con ingresso e scala che porta ai piani superiori; due piani abitativi disposti in un unico corpo coperto con tetti spioventi e un piano seminterrato.
Assai interessante è inoltre il complesso di case economiche realizzato da Alfredo Energici in via Monte Subasio che si articola in cinquantadue alloggi e quarantasei botteghe, con due ingressi, uno per lato, che immettono in altrettanti corti interne di cui, la maggiore, costituisce uno spazio comune di grande fascino.
L’edificio però forse più importante sotto il profilo storico ed architettonico dell’intera “Città Giardino Aniene” è la Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL) realizzata e progettata negli anni 30 del secolo scorso dall’architetto Gaetano Minnucci in puro stile razionalista italiano con un’estrema cura dei dettagli e ricca di soluzioni costruttive e tecnologiche all’avanguardia. La Casa offriva importanti servizi ai cittadini: campi sportivi, un teatro, una palestra, una piscina coperta ed una scoperta dotata di un elegante trampolino olimpionico in cemento armato, peraltro ancora oggi visibile.
Nella sua impostazione originale, la “Città Giardino Aniene” ha resistito per circa trent’anni. Intorno agli anni 50 del secolo scorso però, con la grande espansione edilizia e la costruzione del Grande Raccordo Anulare, all’immagine di una piccola città giardino è sostituita quella, certamente più densa e compatta, di un quartiere prevalentemente costituito di palazzine, esattamente come appare ancora a noi oggi. Controlla qui quando è in programma una visita guidata alla “Città Giardino Aniene” insieme a noi!