Le catacombe ebraiche di Vigna Randanini, scavate nel fianco di una collina fra l’Appia Antica e l’Appia Pignatelli, si compongono di una serie di gallerie sotterranee – lunghe quasi 720 metri e realizzate a una profondità di circa 10 metri – che furono casualmente scoperte nel 1859.

 

Le catacombe ebraiche: datazione e tipologia

Utilizzate tra il II e il III secolo d.C., nei quattro vani funerari – in cui parte delle pitture fanno supporre un’origine pagana dell’ipogeo – rivelano una struttura tipica utilizza anche nelle catacombe cristiane (anche se qui si attesa ovviamente l’assenza di luoghi riservati alle liturgie), ma le sepolture rinvenute attestano un utilizzo delle catacombe fino almeno al IV secolo d.C. Il sito è unico nel suo genere per l’ottimo stato di conservazione, per la presenza di numerose decorazioni pittoriche di soggetti assai variegati, relativi sia alla tradizione pagana sia a quella ebraica, e per le differenti tipologie delle sepolture: loculi, cubicoli, arcosoli e le kokhim.

 

Catacombe Ebraiche di Vigna Randanini_lasinodoro

 

 

“Kokhim”: le tombe più particolari delle catacombe

Di cosa si tratta? Il kokh (il cui plurale è kokhim) è una tomba a forno che si sviluppa perpendicolarmente alla parete della galleria, certamente inusuale per Roma, ma non per la Palestina ed Israele dove se ne trovano diversi esempi, come quello nella Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. In Medio Oriente queste particolari sepolture venivano usate per circa un anno, il tempo necessario alla decomposizione del corpo, dopodiché i parenti del defunto raccoglievano le ossa e le custodivano in un ossario.

 

Le decorazioni delle catacombe ebraiche

Particolarmente suggestivo è il ricco apparato decorativo delle catacombe in cui si possono riconoscere elementi propriamente pagani, come nel cubicolo dei Pegasi, e simboli riferibili invece alla tradizione ebraica come nel cubicolo della Menorah (il candelabro a sette bracci) e nel cubicolo delle Palme, così chiamato per la presenza della raffigurazione delle palme da datteri, motivo ornamentale nella Diaspora. La sepoltura però più sontuosa si trova al livello inferiore: si tratta di un cubicolo doppio interamente ornato di pitture.

 

 

Tra raffigurazioni geometriche compaiono nel primo ambiente una Vittoria alata in atto di incoronare un giovane ignudo insieme a pavoni, uccelli, cesti di fiori, pegasi, galli, galline ed un montone con un caduceo; mentre nel secondo ambiente la dea della Fortuna con una cornucopia in mano insieme a figure di pesci, anatre, cesti di fiori, un ippocampo, due delfini, un Genio delle quattro stagioni. Le ipotesi avanzate dai vari studiosi, riguardo a questi due ambienti, sono contrastanti: alcuni sostengono che questa regione era originariamente pagana e solo successivamente fu intercettata e inglobata nella catacomba, altri invece considerano le stesse giudaiche fin dall’inizio.

 

Epigrafi e iscrizioni

Le catacombe hanno poi restituito anche un alto numero di epigrafi ed iscrizioni redatte in greco ed in latino: alcune incise su lastre di marmo, altre dipinte o graffite sulla malta; molte presentano formulari che seguono per lo più quelli usuali dell’epigrafia giudaica, riproponendo spesso l’augurio di pace al riposo del defunto.

 

 

 

Le altre catacombe ebraiche di Roma

In tutto le catacombe ebraiche presenti a Roma erano sei: questa sull’Appia; due a Villa Torlonia, sulla via Nomentana; una nella Vigna Cimarra lungo la via Ardeatina; una lungo la via Labicana e una a Monteverde (detta anche della via Portuense), ma solo due si sono salvate attraverso i secoli, quelle di Villa Torlonia e di Vigna Randanini: vieni quindi a visitarle insieme a noi!

 

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