Poteva forse mancare a Roma una fortezza? Certo che no!
Castel Sant’Angelo: un po’ di storia
Castel Sant’Angelo svetta in tutta la sua sontuosità non lontano dalla Basilica di San Pietro e la sua forma circolare, assai curiosa, si deve però a ciò che fu in epoca romana: il Mausoleo di Adriano, possente luogo di sepoltura imperiale rimasto in uso fino ai tempi di Caracalla. Controlla il sito per vedere quando è in programma una visita guidata a Castel Sant’Angelo!
Il Mausoleo di Adriano: la sala delle Urne
Ma torniamo a noi ed iniziamo il tour. Proprio entrando all’interno del cilindro, si potrà ammirare la suggestiva Sala delle Urne con la delicata poesia che l’imperatore compose per augurare un sereno viaggio alla propria anima.
Con la caduta dell’impero romano, il mausoleo venne prima completamente spogliato di tutti i suoi preziosi marmi e poi venne inserito all’interno delle Mura Leonine, divenendo una vera e propria fortezza. Fu in questi anni che incominciò a passare di mano in mano alle famiglie più potenti della città, fino a quando entrò a far parte tra i possedimenti degli Orsini alla fine del 1200. Fu proprio papa Niccolò III Orsini a farlo diventare di fatto un possedimento della Chiesa.
Il Passetto di Borgo e gli appartamenti papali
Fu sempre il papa a voler ricavare il famoso Passetto di Borgo all’interno delle mura: un lungo corridoio coperto che collegava il castello al Palazzo Apostolico in Vaticano. Grazie a questo passaggio i papi, in caso di attacco, potevano trovare riparo nella fortezza in tutta sicurezza: Clemente VII lo utilizzò nel 1527 durante il Sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi.
Già a partire dal 1400 il Castello iniziò la sua lenta trasformazione in elegante residenza rinascimentale, soprattutto grazie agli interventi di papa Alessandro VI Borgia, continuando ad essere ulteriormente abbellito durante il 1500 da Giulio II della Rovere e da Paolo III Farnese. Fu così che vennero realizzati gli splendidi cortili, le logge e le stanze degli appartamenti papali che oggi possiamo ammirare in tutto il loro splendore.
Le decorazioni degli appartamenti papali
Le stanze indubbiamente più lussuose sono quelle degli appartamenti papali a cui si accede tramite l’elegante Loggia di Giulio II che si affaccia proprio su ponte Sant’Angelo. Da qui si raggiunge il salone principale – comunicante con la raffinata Sala della Biblioteca – interamente affrescato da Perin del Vaga per papa Paolo III a cui è dedicato tutto l’apparato iconografico: i riquadri con la vita di Alessandro Magno (nome di battesimo di papa Farnese), i tondi monocromi con la vita di San Paolo (nome scelto come papa) e i grandi stemmi con i gigli, emblema della casata. Nelle due stanzette laterali private, vi sono inoltre i fregi con il mito di Perseo e di Amore e Psiche comunicanti con la cosiddetta Stufetta di Clemente VII, vera e propria stanza da bagno interamente riscaldata alla moda romana, con una bella vasca e pareti decorate con straordinarie grottesche.
Le prigioni di Castel Sant’Angelo
Ma non fu solo residenza signorile anzi, fu terribile prigione, sede di giustizia e di esecuzioni capitali. Nelle temute segrete, ricavate al di sotto del Cortile di Alessandro VI, le condizioni di prigionia erano terribili: i detenuti erano ammassati in spazi molto piccoli, umidissimi, poiché disposti a lato della grande cisterna di riserva dell’acqua! Fu in queste celle anguste che venne rinchiuso a scopo punitivo Benvenuto Cellini, grande orafo cinquecentesco accusato di aver rubato dei beni a papa Clemente VII e protagonista di una rocambolesca fuga dal Castello! I prigionieri più benestanti però poterono usufruire di prigioni di lusso situate nel piano più alto del castello e dette Cagliostra, dal nome del loro più celebre prigioniero, Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro. Abile alchimista in grado di preparare potenti elisir, fu qui rinchiuso in seguito all’accusa di massoneria, ma tra panorami mozzafiato sulla città e pareti interamente affrescate, le condizioni non dovevano essere proprio pessime!
La terrazza dell’Angelo
Imperdibile, anche se faticosa, è la salita fino alla celebre Terrazza dell’Angelo, così chiamata per la colossale statua dell’Arcangelo Michele che svetta sulla sommità. L’angelo è ritratto mentre rinfodera la spada, chiaro riferimento all’evento miracoloso avvenuto ai tempi di San Gregorio Magno.
Si racconta infatti che Gregorio Magno, a causa della violenta pestilenza che aveva colpito Roma, abbia organizzato una processione fino al Castello dove ebbe l’apparizione dell’Arcangelo che rinfoderava la spada, segnando così la fine dell’epidemia. Fu in ricordo di questo miracolo che il castello iniziò ad essere chiamato Castel Sant’Angelo.