Tra i gioielli “nascosti” di Roma merita una particolare menzione la Casina del Cardinal Bessarione, raro esempio di villa rinascimentale extraurbana.

Siamo infatti lungo il tratto urbano dell’Appia Antica, oggi via di Porta San Sebastiano, presso l’antico bivio con la via Latina, proprio accanto alla chiesetta di San Cesareo. E la storia di questo luogo non poteva che essere lunghissima. Iniziamo quindi dal principio.

 

La storia della Villa

Recenti scavi archeologici hanno rivelato, al di sotto del piano seminterrato della Casina, la presenza di strutture sepolcrali databili al I secolo a.C. e di resti di un edificio che registra almeno tre fasi costruttive, a partire dalla prima età imperiale fino alla prima metà del II secolo d.C., periodo a cui risalgono un mosaico pavimentale a tessere bianche e nere e un muro in opera mista distinguibile al piano terreno della Casina, che fu poi inglobato nella sua muratura.

Quel che sappiamo è che nel medioevo l’edificio venne destinato a sede ospedaliera che ai primi del XIV secolo venne gestita, secondo quanto riportato in una bolla papale riguardante la vicina chiesa di San Cesareo, dai fratres cruciferi e che divenne poi, durante lo stesso secolo, monastero di monache benedettine.

Nel secolo successivo invece l’edificio venne ampliato verso la strada con la realizzazione della loggia al primo piano: è così che venne avviata la sua trasformazione in residenza estiva del cardinale titolare di Tuscolo, nella cui diocesi era compresa appunto la chiesa di San Cesareo.

 

Casina-del-Cardinal-Bessarione_esterno_lasinodoro

 

E da qui l’ipotesi, poi suffragata da alcuni recenti rinvenimenti documentali, che potesse trattarsi proprio del Cardinale Giovanni Bessarione, titolare di Tuscolo dal 1449 al 1468, che avrebbe scelto la Casina come dimora suburbana, in alternativa a quella di città che aveva in piazza dei Santissimi Apostoli, in un appartamento poi inglobato a Palazzo Colonna. E’ inoltre certo che qui risiedettero anche il Cardinale Giovanni Battista Zeno, titolare della stessa sede episcopale di Tuscolo dal 1479 al 1501 e Marcello Crescenzi, eletto cardinale nel 1542, di cui rimangono ben visibili gli stemmi nella decorazione a fresco, rispettivamente, in alcune delle stanze e nella loggia.

 

L’interno della Villa

L’edificio si presenta suddiviso al suo interno su più livelli. Nei locali seminterrati, destinati alla sola servitù, si trovano una cucina con camino, un lavatoio e un vestibolo con finestra. Il piano nobile, con un camino in ogni stanza, presenta la serie di ambienti di rappresentanza (sala regia, vestibolo e sala da pranzo) e le stanze degli appartamenti privati (studiolo, vestibolo e camera da letto), decorate con fregi a fogliami e stemmi, pitture cioè di gusto tardo-gotico.

 

 

Tra i gioielli dalla Casina merita una particolare menzione la loggia a quattro arcate composta con antiche colonnine di spoglio a capitelli alternativamente dorici e ionici e raccolta nella bellissima finestra a croce guelfa. Qui la decorazione è ancora più preziosa che nelle sale interne: festoni dipinti (visibili solo in parte, ma presenti anche in tutte le altre stanze della residenza) e sopra un finto parapetto una veduta con un paesaggio di alte rocce, castelli e chiese.

 

Casina Bessarione_La loggia_lasinodoro

La Villa in epoca moderna

Nel 1600 la Casina fu concessa da papa Clemente VIII al Collegio Clementino da lui fondato nel 1594 e soppresso nel 1870, quando l’edificio fu affidato al Convitto Nazionale. Ridotta tra fine Ottocento e primi Novecento a locanda, fu ceduta nel 1926 dal Demanio dello Stato al Comune di Roma che si occupò di restaurarla per portarla al suo antico splendore. Ti aspettiamo alla nostra visita guidata per ammirare dal vivo questo straordinario gioiello artistico rinascimentale: controlla nel programma mensile quando!