Chi passeggiando lungo via dei Fori Imperiali non ha mai notato la splendida loggia posta tra le rovine dei grandiosi Fori di Augusto e Traiano? Tutti vero? Ma molti meno forse sono quelli che possono dire di esserci stati. Controlla il programma mensile per vedere se è prevista una nostra visita guidata alla Casa dei Cavalieri di Rodi!
La storia della Casa dei Cavalieri di Rodi
Intanto andiamo a scoprire quando la palazzina iniziò ad essere presente proprio al di sopra del Foro di Augusto. Tutto ebbe inizio in realtà durante il Medioevo quando un gruppo di religiosi, noti in seguito come Cavalieri di Malta o Rodi, decisero di venire ad abitare in questo punto della città, andando ad edificare la propria residenza sui resti del tempio dedicato da Augusto a Marte Ultore, il “vendicatore”. Fu così che il palazzetto iniziò a prendere forma, anche se l’intervento più importante si deve al cardinale Marco Barbo, nipote di papa Paolo II, che qui venne ad abitare verso la metà del 1400. Fu lui a trasformare la casa in una elegante e sontuosa residenza rinascimentale con saloni affrescati, sale di rappresentanza e soprattutto una loggia con un affaccio da far invidia a tutti quanti! Ed effettivamente dopo il Barbo, furono molti gli inquilini, tra cui le monache domenicane della Ss. Annunziata, che vissero qui dal 1600 fino ai primi anni del 1900.
I saloni di rappresentanza
All’interno la casa fu organizzata intorno ai due principali saloni di rappresentanza, il Salone d’Onore e la Sala della Loggetta: le due stanze furono decorate ad affresco e i soffitti recano ancora oggi il loro antico e pregiato rivestimento in legno. Nel Salone d’Onore due splendide carte geografiche, opera del Professor Di Girolamo, rappresentano l’una i possedimenti dei Cavalieri nel Mediterraneo e l’altra le Isole di Rodi e Malta, luoghi in cui l’Ordine visse più a lungo.
La Sala della Loggetta è detta anche delle Cariatidi perché accoglie la ricostruzione di una parte del fregio marmoreo che doveva decorare il portico del Foro di Augusto: una serie di cariatidi inframezzata da un clipeo – lo scudo greco rotondo – con al centro la grande testa di Giove Ammone. In questa stanza è inoltre possibile ammirare l’affresco della Crocifissione proveniente dalla demolita chiesa delle domenicane e un bel camino con la mappa del porto di Rodi.
La loggia affrescata
Gioiello assoluto della Palazzina è certamente la straordinaria loggia al piano superiore con affaccio diretto sui Fori Imperiali, un panorama da togliere il fiato! Le sue pareti furono interamente impreziosite da affreschi con splendide vedute di paesaggi che presentano una natura florida e rigogliosa, ancora oggi ammirabili dal visitatore, nonostante le non poche avversità a cui andarono incontro nel corso nei secoli e che portarono in parte alla loro cancellazione.
Sappiamo per esempio che nel ‘600, proprio le monache domenicane, fecero murare la loggia per ricavare alcune stanzette che andarono così a cancellare i preziosi affreschi delle pareti! Chi nel 1400 realizzò queste incantevoli decorazioni fu molto verosimilmente un gruppo di artisti che contemporaneamente lavorava anche nel vicino Palazzo Venezia, sotto la committenza dell’importante zio del cardinale Barbo, papa Paolo II.
La Cappella Palatina e l’insula romana
Ma le sorprese che la Casa è in grado di rivelare al fortunato visitatore non finiscono ovviamente qui. Scendendo infatti nel livello sotterraneo si viene catapultati indietro nel tempo, perché ci si troverà esattamente all’interno di quello che in epoca romana era un cortile a cielo aperto su cui si affacciavano gli ambienti posti a pianterreno di una grande insula, la tipica abitazione a più piani, che conserva ancora oggi parte delle scale che conducevano ai piani superiori e che noi ancora utilizziamo, all’esterno, per raggiungere il piano nobile della palazzina.
E proprio nell’ambiente sotterraneo, le monache realizzarono una lavanderia che però sparì in epoca moderna – subito dopo la Seconda Guerra Mondiale – quando venne realizzata la Cappella Palatina dedicata a San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine dei Cavalieri di Malta: le grandi arcate in travertino del cortile di epoca romana dividono oggi la cappella in tre piccole navate.
Impreziosiscono poi l’ambiente un altare in marmi policromi che reca nel centro il grande stemma dei Cavalieri (una croce bianca ad otto punte su sfondo rosso), ulteriormente abbellito dalle sculture in bronzo realizzate da Alfredo Biagini: un modellino della Casa, una statua del Battista e la serie di candelabri modellati in forma di cavalieri inginocchiati. Nella nicchia dell’altare si possono inoltre ammirare delicati affreschi: non fanno parte della Casa, ma furono qui portati dall’architetto Fiorini che li salvò dalle demolizioni fatte all’epoca di Mussolini all’interno del vicino quartiere Alessandrino. Al termine dei lavori della metà del 1900, l’intera residenza tornò ai Cavalieri di Malta: è questa infatti oggi la sede di rappresentanza dell’associazione dei Cavalieri di lingua Italiana.