Tra le piazzette della movida romana, Campo de’ Fiori è certamente una delle più frequentate. Ma la sua storia è assai più antica e importante.

 

Campo de’ Fiori: le origini

Sembra che il suo nome derivi dal fatto di essere stata in passato ornata da molti fiori di campo, almeno fino a quando durante il 1400, la piazza iniziò ad essere chiusa su alcuni lati dalle palazzine della famiglia Orsini e a divenire centro frequentatissimo in seguito allo spostamento dell’importante mercato cittadino dal Campidoglio alla vicina Piazza Navona. Scopri quando è in programma una visita a Campo de’ Fiori e Piazza Navona!

 

La Locanda della Vacca

Fu così che proprio sulla piazza e nei vicoli tutto intorno iniziarono a sorgere numerosi alberghi, osterie e  locande dai nomi più disparati, come per esempio la Locanda della Vacca, situata nel vicino vicolo del Gallo e gestita, agli inizi del 1500, da Vannozza Cattanei, amante di papa Alessandro VI Borgia e madre dei loro quattro figli, Lucrezia, Cesare, Giovanni e Goffredo.

 

 

Giordano Bruno: il rogo in piazza

Per secoli Campo de’ Fiori divenne poi una delle piazze principali in cui svolgere le esecuzioni pubbliche e tra queste, è ovviamente passata alla storia, quella di Giordano Bruno, condannato al rogo  il 17 Febbraio del 1600: il filosofo considerato eretico, proprio in questa piazza fu denudato, legato a un palo e arso vivo. Le sue ceneri furono poi gettate nel Tevere. Il 09 Giugno del 1889, alla presenza del Sindaco di Roma Alessandro Guiccioli fu inaugurato il monumento a Giordano Bruno, opera di Ettore Ferrari ancora oggi al centro della piazza. L’impresa non fu semplice: era infatti assai complicato collocare la statua del simbolo anticlericale nel cuore di Roma, ambiente anocra fortemente clericale, non solo per la presenza del Vaticano ma anche per la Giunta Capitolina dell’epoca che, almeno inizialmente, si oppose fortemente.

 

Giordano Bruno_lasindoro

 

 

La fontana di Campo de’ Fiori

Curiosità è che per far spazio al nuovo monumento, fu tolta la graziosa fontana che dal 1500 decorava la piazza, dai più conosciuta come la “Terrina” per il fatto di essere chiusa da un coperchio che regala alla fontana la forma di una zuppiera e che presenta una particolarissima iscrizione che recita così: “Ama Dio e non fallire, fai del bene e lascia dire“. Ovvio riferimento ai condannati che venivano portati al vicino patibolo ed efficace monito per il popolo.

 

 

Questa fontana oggi possiamo ammirarla davanti alla Chiesa Nuova, mentre la piazza fu dotata di una nuova fontana, situata proprio all’estremità meridionale e che ripete almeno in parte la forma della consorella.