Nella Roma papalina tutto appariva al suo massimo splendore grazie alle straordinarie doti di mecenati dei potenti uomini che governavano e vivevano in città. Ma non sempre fu solo rose e fiori. Anzi. Vi è una parte più nascosta della narrazione di questi secoli che spesso non viene raccontata. Quale? Quella fatta dai boia, dai bulli e dalle meretrici! Scopriamola insieme.
L’area di via Giulia
In via Giulia si trovava, per esempio, il complesso delle Carceri Nuove fatte costruire da papa Innocenzo X Pamphilj nel 1655, in sostituzione di quelle non distanti di Corte Savella (in via di Monserrato), dove fu imprigionata anche Beatrice Cenci. Il suo successore, Alessandro VII Chigi le utilizzò come “stufa” durante la peste del 1656 per quanti dovevano passare la quarantena!
Nella stessa via si trova anche la macabra Chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte, fondata dall’omonima compagnia – poi divenuta confraternita – che aveva lo scopo di raccogliere i corpi dei morti senza nome, trovati in campagna o annegati nel Tevere e provvedere per loro ad una degna sepoltura. Molto interessanti i due riquadri in marmo accanto ai portali d’ingresso con scheletri graffiti ed eloquenti iscrizioni: Elemosina per la lampada perpetua del cemeterio con la targa che ricorda “Hodie mihi, cras tibi”, e cioè “Oggi a me, domani a te”; Elemosina per i poveri morti che si pigliano in campagna MDCXCIV (1694) con la Morte seduta su una panca e con clessidra in mano, che contempla un cadavere disteso a terra!
Campo de’ Fiori
Da qui basterà raggiungere Campo de’ Fiori per trovarsi all’interno di una delle piazze simbolo della città, assai frequentata di giorno per il colorito mercato e la sera per i numerosi locali e ristoranti. Guardando però al centro della piazza, impossibile è non notare il Monumento a Giordano Bruno qui eretto alla fine dell’800 in ricordo del luogo in cui fu arso vivo nel 1600, punizione questa riservata agli eretici.
Mastro Titta: il boia più famoso di Roma
Molte piazze della Roma papalina, tra le quali l’area di Castel Sant’Angelo, erano infatti utilizzate come palcoscenici in cui mettere in scena le tremende esecuzioni capitali, perpetuate da temibili boia, il più celebre dei quali fu Mastro Titta, soprannome di Giovanni Battista Bugatti. Grazie al suo registro di “giustizie” (così si chiamavano le esecuzioni capitali) sappiamo che giustiziò ben 514 condannati tra la fine del 1700 e la metà dell’800!
Locande, osterie e alberghi
Campo de’ Fiori divenne però ben presto anche un importante centro d’affari e qui iniziarono a sorgere alberghi, osterie e locande. Tra queste, una delle più celebri, era certamente la Locanda della Vacca in Vicolo del Gallo gestita da Vannozza Cattanei, amante di papa Alessandro VI Borgia e madre di Lucrezia, Cesare, Juan e Josè, tutti partoriti – sembra – in questo palazzetto, sul quale si vede ancora lo stemma gentilizio della donna. Ma Vannozza non era certo l’unica ad offrire meretrici a Roma, anzi!
Le meretrici di Roma
Nella seconda metà del XVI secolo sono numerose le cortigiane che vivono in città – se ne stimano circa 7 mila su una popolazione di 50 mila abitanti – creando non pochi problemi di ordine sociale e morale, al punto che papa Pio V pensò di emanare un provvedimento di espulsione delle professioniste dalla città. Come mai così tante? Perché Roma era piena di celibi, di uomini in attesa di essere avviati alla carriera ecclesiastica, allora fonte di potere e di ricchezza e le donne di piacere trovarono qui grande mercato, affluendo da ogni parte d’Europa, desiderose di sistemarsi in qualche palazzo elegante, a spese di un cardinale o di un facoltoso gentiluomo. Come per esempio riuscì a fare anche la celebre Fiammetta Michaelis che ricevette in eredità nel 1479 immobili e ricchezze dal cardinale Giacomo Ammannati Piccolomini, ma che è ricordata nelle cronache cittadine per essere stata l’amante di Cesare Borgia… Perché buon sangue non mente!