Lungo le Mura e proprio accanto a Porta Latina, vi è un luogo molto importante di Roma, la cui storia è incredibile e affascinante. E’ qui infatti che la tradizione colloca il martirio di San Giovanni con l’immersione in una caldaia di olio bollente, avvenuto intorno al 92 d.C. al cospetto dell’imperatore Domiziano. Giovanni ne uscì però completamente illeso e fu quindi deciso il suo esilio a Patmos, dove ebbe la visione dell’Apocalisse.

 

Il tempietto di San Giovanni in Oleo: Bramante e Borromini

Un luogo così importante per la Cristianità non poteva quindi che essere ricordato. Fu così che nel Cinquecento fu eretto un piccolo tempietto circolare, in puro stile rinascimentale, attribuito a Donato Bramante (ma secondo altri il progetto sarebbe da riferirsi ad Antonio da Sangallo il Giovane), detto appunto il Tempietto di San Giovanni in Oleo.

Ciò che è invece certo è che nel 1658 il cardinale Francesco Paolucci, durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, fece intraprendere degli importanti interventi di restauro affidati a Francesco Borromini. L’architetto modificò la copertura del tempietto sovrapponendo al tamburo un attico circolare, decorato con un fregio a rose, palmette e foglie, su cui pose una sfera racchiusa da un motivo a rose, chiara allusione allo stemma del cardinale committente.

 

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Al suo interno, si può invece ammirare il ciclo di affreschi con le Storie di San Giovanni Evangelista, attribuito a Lazzaro Baldi, allievo di Pietro da Cortona, realizzato nel 1661.

 

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La Basilica di San Giovanni a Porta Latina

Poco più avanti si trova invece la Basilica di San Giovanni a Porta Latina fondata da Gelasio I nel V secolo. Restaurata nell’VIII secolo ad opera di Adriano I, subì poi un parziale rifacimento, venendo infine riconsacrata da Celestino III nel 1190. La Basilica presenta una facciata in stile romanico, con portico a cinque arcate e un bel campanile del XII secolo.

 

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Una volta entrati la sorpresa è grande: si può infatti camminare su uno straordinario pavimento cosmatesco ed ammirare lungo le pareti della navata centrale il raffinato ciclo di affreschi, opera di più autori che avrebbero lavorato insieme sotto un unico maestro. Datati al XII secolo, presentano ben 46 riquadri con differenti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, dalla creazione del mondo alla gloria apocalittica della nuova Gerusalemme.

 

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La loro riscoperta si deve agli interventi di restauro intrapresi nel 1940 dai padri Rosminiani che qui si stabilirono, aprendo anche nel 1938 il Collegio Missonario presente ancora oggi nell’edificio accanto alla Basilica. E’ un luogo straordinario, vero? Vieni a visitarlo insieme a noi!