Tra via Petroselli e Vico Jugario, proprio ai piedi del Campidoglio, nel 1937 venne messa in luce un’area archeologica di grandissimo rilievo, la cui esplorazione ha restituito documenti di eccezionale importanza per la comprensione della storia della Roma arcaica e repubblicana.
La nascita dell’area sacra
Ci troviamo all’estremità nord del Foro Boario, proprio accanto al Foro Olitorio, un’area che grazie alla vicinanza al Tevere – qui proprio davanti all’Isola Tiberina fu costruito il primo porto cittadino (il Porto Tiberino appunto) – ha rappresentato fin dall’inizio l’anima commerciale ed economica della città.
Ed è qui, proprio al di sotto della Chiesa di Sant’Omobono, che gli scavi misero in luce una grande platea in blocchi di tufo su cui furono edificati due templi affiancati, risalenti all’epoca repubblicana. La curiosità spinse gli addetti ai lavori a scavare alcuni pozzi sulla platea per scoprire la storia più antica e la sorpresa fu enorme poiché fu messa in luce una stratigrafia complessa.
Ai resti di una capanna databile all’VIII secolo a.C., succede nel secolo successivo (VII secolo a.C.) la sistemazione di un’area di culto con altari e residui di ossi animali, da cui proviene un frammento di vaso con un’iscrizione etrusca, forse la più antica trovata a Roma!
La trasformazione dell’area nei secoli
La trasformazione monumentale dell’area avvenne nel 580 a.C.: è in questo periodo che furono edificati due templi gemelli, di cui però uno solo indagabile, poiché l’altro è posto sotto la chiesa. Si tratta di un tempio etrusco-italico – attribuito al re Servio Tullio – con un alto podio in tufo, struttura in legno, pareti in mattoni crudi e unica cella con due colonne sulla fronte e scala di accesso.
Interessantissimi i ritrovamenti effettuati, tutti esposti nei Musei Capitolini: grandi placche e lastre di rivestimento in terracotta; quattro volute acroteriali poste a coronamento degli spioventi del tetto, che doveva essere sormontato da un gruppo statuario raffigurante Eracle ed Athena; oltre a numerosi materiali rinvenuti in un deposito votivo (balsamari, coppe in ceramica greca, pendagli in osso, ambre, oggetti miniaturistici e altri).
Il tempio venne completamente distrutto nel VI secolo a.C.: interessante è notare che il periodo coincida con la cacciata del re etrusco Tarquinio il Superbo e quindi con il brusco e violento cambiamento politico e istituzionale che portò Roma dalla monarchia alla repubblica.
I templi della Fortuna e della Mater Matuta
Dopo circa un secolo di abbandono, tutto il livello dell’area venne artificialmente innalzato di quasi 4 metri appositamente per accogliere la ricostruzione di due nuovi templi gemelli dedicati alla dea Fortuna e alla Mater Matuta, una divinità legata alla navigazione, la “stella mattutina” che salva dai naufragi e indica la rotta, e quindi assai popolare tra i marinai e i mercanti stranieri che frequentavano il vicino porto.
Davanti ai templi furono inoltre realizzati due altari e un donario circolare (un luogo destinato alla raccolta delle offerte dei fedeli) con statue di bronzo, del quale resta ancora oggi ben visibile la base.
L’area sacra così concepita rimase in uso anche nei secoli successivi e i vari interventi di ricostruzione e restauro dimostrano che la loro frequentazione non perse mai importanza, almeno fino all’età dei Severi e quindi all’inizio del III secolo d.C.
La costruzione della chiesa di Sant’Omobono
La costruzione della prima chiesa cristiana – in origine detta San Salvatore in Portico – sembra invece risalire al VI secolo d.C., mentre l’attuale risale al rifacimento realizzato alla fine del Quattrocento. La costruzione, ad unica navata con abside poligonale coperta a cupola, è arricchita da un interessante affresco absidale dei primi anni del XVI secolo, dipinto da Pietro Turini, pittore della cerchia di Antoniazzo Romano. Nel 1574 infine, l’edificio fu ceduto all’Università dei Sartori che intitolò la “nuova” chiesa al proprio patrono, Sant’Omobono.
Non resta quindi che venire a visitare questa straordinaria area sacra insieme a noi. Quando? Controlla il programma mensile per scoprire quando è prevista la prossima visita con apertura straordinaria!