Donne e artiste: un mondo “nuovo” tutto da scoprire, fatto di meraviglia e incanto! Oggi parliamo di Angelika Kauffmann e dell’amore ai tempi di Goethe: buona lettura!
Goethe e il Grand Tour
Tutti conosciamo Johann Wolfgang von Goethe, grande letterato e drammaturgo tedesco, nato nel 1749 e divenuto in breve tempo uno degli uomini più celebri non solo della sua epoca, ma di tutti i tempi! Sappiamo che Goethe fu anche un grande viaggiatore – ricordiamo che un tempo il viaggio, il cosiddetto Grand Tour, era parte integrante della formazione personale e sociale dei ricchi rampolli europei – e che tra i molti paesi visitati, sicuramente l’Italia ebbe un posto speciale nel suo cuore. Era il 1786 quando Goethe, a 37 anni, intraprese il suo primo viaggio in Italia, durato quasi due anni. Tra le sue principali tappe, vi fu ovviamente Roma – nella quale sostò diversi mesi per ben due volte – che nei suoi diari, raccolti successivamente nell’opera “Viaggio in Italia”, così apostrofò: “... è la capitale del mondo! Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza.”
Prese una stanza in affitto in un appartamento in via del Corso n. 18, dove oggi sorge il museo a lui dedicato. Qui condivise le sue giornate con l’amico pittore Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, autore del famoso ritratto Goethe nella campagna romana del 1787, dove lo scrittore posa semi sdraiato su antichi reperti romani, mentre dietro di lui si apre, in tutta la sua nostalgica bellezza, la tanto celebrata campagna romana. E fu a Roma che Goethe conobbe anche l’amore.
L’incontro con Angelika Kauffmann
Si chiamava Angelika Kauffmann. Il primo incontro tra i due avvenne nel Novembre del 1786 nell’atelier della già affermata pittrice, in Via Sistina, al tempo nota come Strada Felice, dal nome di papa Sisto V Peretti, che ne volle la costruzione alla fine del Cinquecento. Dai racconti del poeta, che come detto furono pubblicati solo molti anni dopo, emerge tra i due non un amore passionale, ma una buona amicizia, basata su interessi comuni e su unità di intenti. Angelica era l’unica vera donna rispettabile, la donna angelo: una vera amica dunque, non l’amante. Ma più di un dubbio si instilla nella mente se si pensa anche alle 12 lettere che “Miss Angel” scrisse a Goethe dopo il suo rientro in patria. Ma perché tenere segreto questo amore? Sappiamo infatti che il nostro poeta non era estraneo alle belle donne, alla vita spensierata e che nel suo soggiorno romano non si fece mancare nulla, tra feste, giochi, bevute, incontri “proibiti”…
Chi era Angelika Kauffmann?
La risposta la troviamo nella vita della Kauffmann, che all’epoca era sposata con un artista mediocre di nome Antonio Zucchi, molto più grande di lei e probabilmente poco incline alle passioni e al romanticismo, a differenza della moglie.
Di otto anni più grande del poeta – la Kauffmann infatti nacque a Coira in Svizzera nel 1741 – era a Roma la dama sicuramente più influente, nonostante la sua proverbiale modestia. Dipingeva ritratti di principi e re di tutta Europa, il suo salotto era uno dei luoghi più frequentati da artisti e intellettuali del tempo ed il suo atelier era tappa ambita dei rampolli del Grand Tour. Ma non solo. La potremmo definire una vera “influencer” della sua epoca, lanciando sempre nuove mode, come le acconciature “alla greca”, molto apprezzate dalle signore! Quasi ogni domenica i due innamorati pranzavano insieme, dedicandosi anche alle visite culturali, alle passeggiate in città, alle letture e alle dotte conversazioni. Sappiamo però che Goethe, contemporaneamente, non disdegnava l’amore anche di altre donne!
La dolorosa separazione
Fatto sta che per entrambi la separazione fu assai dolorosa: il poeta infatti lasciò per sempre Roma, ma ancora anni dopo, ogni volta che parlava con qualcuno di Angelika, non poteva fare a meno di provare una forte nostalgia. Dal canto suo la Kauffmann, continuò la sua vita romana accanto al marito, mantenendo una fitta corrispondenza con il poeta tedesco, fino a quando, dopo il 1789, decise di distruggere tutte le sue lettere.
Angelika morì a Roma nel Novembre del 1807 e decise di farsi tumulare accanto al marito nella Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, per poter “abitare anche dopo la morte” con lui, sebbene le spettasse un posto d’onore nel Pantheon, dove comunque fu collocato l’anno successivo il suo busto. Molti furono coloro che la piansero, come Antonio Canova e come sicuramente da lontano il suo amato Goethe…
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