Andiamo insieme alla scoperta della straordinaria vita di Adriano, terzo imperatore adottivo di Roma. Di cosa parliamo? Scoprilo qui!

 

Chi era Adriano

Publius Aelius Hadrianus, questo il nome ufficiale dell’imperatore Adriano, nato nel 76 d.C probabilmente ad Italica, presso Siviglia, da una famiglia originaria di Hadria, nel Piceno, trasferitasi poi in Spagna.

Rimasto orfano di padre, Adriano venne accolto da Traiano (cugino del padre) e dalla moglie Plotina. La coppia, senza figli, decise di crescere il fanciullo nella propria casa, aiutandolo a compiere l’indispensabile cursus honorum.

 

Il cursus honorum

Adriano fece così una rapida carriera militare dando prova di particolari abilità sia nell’uso delle armi sia nelle operazioni strategiche, fino ad entrare nello stato maggiore dell’esercito intorno al 101-102 d.C.; successivamente fu nominato tribuno della plebe, pretore e governatore, prima della Pannonia nel 107 d.C. e poi della Siria nel 114 o 117 d.C. E fu proprio mentre si trovava ad Antiochia che Adriano ricevette la notizia della morte di Traiano e della sua elezione a imperatore.

Un’ascesa al trono che però non fu senza contrasti, anzi. Nonostante il favore di Plotina, dovette scendere a patti con il Senato e fare elargizioni alle legioni per tenere dalla propria parte l’esercito, legato al suo predecessore. Sicuramente però Adriano si era preparato da tempo alla successione anche se la sua adozione ufficiale fu resa nota dalla vedova solo qualche giorno dopo la morte di Traiano, scatenando così il sospetto che la vicenda fosse stata gestita in maniera poco chiara.

Tuttavia, le qualità indubbie della sua personalità, riconosciute dagli stessi contemporanei, e la brillante intelligenza unita a una notevole forza di volontà, lo favorirono certamente nel raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

Ma come era Adriano?

La più ampia fonte di notizie è la biografia attribuita a Elio Sparziano, Vita Hadriani, nella raccolta sulle vite di imperatori nota come Scriptores Historiae Augustae, risalente al IV secolo d.C., in cui confluirono almeno in parte i dati contenuti nell’autobiografia che l’imperatore Adriano aveva scritto personalmente, anche se non aveva voluto divulgarla con il proprio nome, e di altre fonti, non sempre favorevoli…

Viene descritto come alto, robusto ed elegante nel portamento, con i capelli docili al pettine e la barba (a differenza dei suoi predecessori). Aveva uno stile di vita parco, forse per influenza dei molti anni trascorsi in faticose campagne militari, dove aveva dimostrato di avere coraggio, audacia e grandi abilità nel valutare le situazioni; era inoltre appassionato di caccia e di cultura greca, tanto da essere definito graeculus.

Aveva una vasta preparazione sostenuta da una notevole memoria che gli consentiva di spaziare dall’aritmetica alla geometria, alla letteratura e alle arti, nelle quali si dilettava personalmente, dipingendo e componendo poesie come quella in cui si prepara a congedarsi dalla sua anima.

 

Anima vagula blandula
hospes comesque corporis
quae nunc abibis in loca
pallidula, rigida, nudula,
nec ut soles dabis iocos.
“Piccola anima smarrita e soave,
compagna ed ospite del corpo,
ora t’appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti.

 

Le fonti letterarie inoltre lo definiscono contemporaneamente prodigo e avaro, tollerante e iroso, alla mano con gli umili, ma anche ombroso e incostante nelle amicizie.

Della vita privata sappiamo che intorno al 100 d.C. sposò Vibia Sabina, figlia della nipote di Traiano, Matidia, probabilmente su suggerimento di Plotina. Il matrimonio non fu certamente sereno e la coppia non ebbe figli, motivo per il quale prima di morire, Adriano aveva adottato Antonino Pio. Una delle figure certamente più care e vicine all’imperatore, fu il bellissimo Antinoo incontrato nel primo viaggio in Oriente, tra il 123 e il 125 d.C. e scomparso tragicamente nel 130 d.C.

 

 

Adriano e l’architettura

E forse una delle sue più grandi passioni era l’architettura, attività a cui si dedicava con entusiasmo progettando edifici di forma insolita, caratterizzati in particolare da ardite coperture a volta. Esplicativi in tal senso gli aneddoti relativi al contrasto con il celebre Apollodoro di Damasco, architetto ufficiale di Traiano, che avrebbe criticato le sue cupole definendole “zucche” e le statue delle dee Venere e Roma del tempio posto di fronte al Colosseo troppo grandi rispetto alle celle che le ospitavano (“Se volessero alzarsi – dai troni – e andarsene, sarebbero impossibilitate a farlo”) e in seguito condannato a morte per il suo incauto giudizio!

 

tempio venere e roma_adriano_imperatori adottivi_lasinodoro

 

Certo è che il lascito architettonico di questo imperatore è immenso: dal Pantheon al Mausoleo (oggi Castel Sant’Angelo) fino alla villa di Tivoli e solo per citare i più famosi! 

 

 

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L’attività politica di Adriano

Dell’attività politica sappiamo che appena giunto a Roma come imperatore, nel 118 d.C., si dedicò a una serie di riforme finanziarie ed ebbe particolarmente a cuore l’amministrazione giuridica.

Nonostante l’abilità sul campo, la politica di Adriano fu volta essenzialmente a ristabilire la pace, dedicando particolare cura al consolidamento dei confini lungo il Danubio e il Reno, in Britannia ed in Oriente.

Si adoperò molto a dare impulso alle province, migliorando le vie di comunicazione e rendendole più sicure, aumentò il numero di porti e città per incrementare i commerci e favorire la circolazione di persone.

L’impero acquistò così una unitarietà che superava la composizione multietnica, fondandosi su una floridezza economica che veniva sottolineata da una certa autonomia provinciale. Forse spinto dal fatto di essere lui stesso un “provinciale”, si impegnò molto per migliorare l’aspetto e la funzionalità delle città facendo costruire palestre, templi, scuole, officine e tutto ciò che era necessario ad incrementare la loro vivibilità.

Questo quadro così positivo che rispecchia il programma “illuminato” di Adriano, era tuttavia destinato ad avere vita relativamente breve, in quanto incontrò sempre l’opposizione della classe dirigente romana che vedeva minacciati i propri privilegi con l’ascesa di uomini nuovi, soprattutto quelli provenienti dal mondo greco ed orientale, i preferiti di Adriano.