Che le bellezze di Roma siano numerose, è un dato di fatto. Ma grandiosi monumenti dalla storia importante si possono trovare un po’ in tutto il Lazio e oggi andremo proprio alla scoperta di uno di questi!
San Nilo e la nascita del monastero bizantino
Il Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, a tutti noto semplicemente come Abbazia Greca di San Nilo, ha origini antichissime. Tutto ebbe inizio nel 1024 quando un gruppo di monaci greci provenienti dall’Italia meridionale, all’epoca bizantina, guidati da San Nilo di Rossano, capo carismatico e personalità spirituale di primo piano della sua epoca, decise di fondare a Grottaferrata il proprio monastero.
Questo luogo rappresenta per la storia monastica un vero e proprio unicum: è l’unico infatti dei numerosi monasteri bizantini diffusosi nel Medioevo in tutta l’Italia meridionale – e nella stessa Roma – ad essere giunto fino a noi, conservando inoltre il rito Bizantino-Greco e la tradizione monastica orientale delle sue origini. Come mai? Perché anche se venne fondato cinquant’anni prima dello Scisma che portò alla separazione delle Chiese di Roma e Costantinopoli, il monastero di Grottaferrata rimase sempre, durante il corso dei secoli, in comunione con il Vescovo di Roma tanto che ancora oggi i cattolici possono partecipare al rito bizantino celebrato nell’Abbazia e accostarsi ai Sacramenti.
Dalla “Crypta Ferrata” a Grottaferrata
Prima che questo luogo divenisse un insediamento cristiano, qui sorgeva una villa romana di età imperiale, i cui resti ed in particolare il grande criptoportico di sostegno, si trovano al di sotto dell’attuale livello del piazzale antistante l’abbazia. La villa romana aveva inglobato una preesistente cella sepolcrale di età repubblicana chiusa da inferriate, una “crypta ferrata” (a cui si riferisce tra l’altro il nome attuale della cittadina), che venne adattata nel V secolo ad oratorio cristiano.
Alterne vicende storiche portarono più volte, durante il corso dei secoli, i monaci ad abbandonare l’abbazia e ad occuparsi del suo ampliamento o rifacimento. Sappiamo per esempio che intorno al 1482 per volere del cardinale Giuliano della Rovere (divenuto poi papa Giulio II) e su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane e Baccio Pontelli, il complesso abbaziale – che mantiene ancora oggi intatto il suo aspetto esterno in stile romanico – fu inglobato in una poderosa cinta muraria con torri e fossato che la resero una delle abbazie meglio fortificate dell’epoca! Attualmente si conserva ancora il portone principale decorato da bassorilievi celebrativi, che all’epoca, era dotato di ponte levatoio.
La Chiesa di Santa Maria è affiancata da un campanile in stile romanico e presenta una facciata ornata da un enorme rosone. Attraverso la porta detta “speciosa” (per le sue ricche decorazioni), si accede all’interno della Basilica dove, nonostante il massiccio rivestimento degli ornamenti romanici con stucchi settecenteschi in stile barocco, è possibile ancora oggi ammirare capolavori antichi come il pavimento in marmo policromo del XIII secolo e la serie di mosaici con scene della Pentecoste sull’arco trionfale datati al XII secolo.
Sorprendente sarà inoltre poter ammirare gli straordinari affreschi nella Cappella Farnese commissionati al Domenichino nel 1610, la maestosa iconostasi barocca – con l’icona della Madre di Dio (Theotokos) donata da papa Gregorio IX – realizzata su progetto di Gian Lorenzo Bernini o ancora ciò che resta della cosiddetta “Grotta Ferrata”. Ma le sorprese non finiscono qui.
La Biblioteca e il Museo Archeologico
All’interno dell’Abbazia si trova infatti una importante Biblioteca dove sono conservati più di 1.000 manoscritti antichi e circa 50.000 volumi di grande valore, alcuni risalenti agli anni della fondazione del monastero e appartenuti allo stesso San Nilo. Inoltre dal 1931 l’Abbazia possiede un famoso Laboratorio di Restauro del Libro Antico che annovera fra i suoi lavori più importanti il restauro del celebre “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci!
E dulcis in fundo, merita certamente una menzione l’interessante Museo Archeologico ospitato sempre nel complesso che espone numerosi reperti di epoca romana, oggetti sacri ma anche ben più rare ceramiche islamiche e siciliane. Perché a Grottaferrata l’Oriente è di casa: vieni a scoprire questa meraviglia del Lazio partecipando alla nostra visita guidata!