L’Abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto da Norcia nel 529, è il monastero più antico d’Italia (insieme al Monastero di Santa Scolastica, sua sorella gemella) e può certamente essere considerato la culla del monachesimo occidentale.
Le distruzioni durante i secoli
Devastata dai Longobardi nel 577 (Montecassino fu distrutto infatti in una notte e i monaci fuggirono a Roma tornando solo nell’VIII secolo), dai Saraceni nell’883, da un terribile terremoto nel 1349, l’abbazia venne infine completamente rasa al suolo, durante l’ultimo conflitto mondiale, il 15 febbraio del 1944 da un violento bombardamento degli Alleati che vi sospettavano – erroneamente – la presenza di reparti tedeschi.
Per merito dell’allora arciabate Gregorio Diamare e del colonnello Julius Schlegel della Divisione corazzata “Hermann Göring”, l’archivio e i più preziosi documenti bibliografici furono posti in salvo; tutto il resto invece subì pesanti distruzioni, ma l’intera Abbazia fu poi interamente ricostruita.
Un po’ di storia: la nascita dell’Abbazia
Tutto ebbe inizio nel 529 quando Benedetto, in fuga da Subiaco insieme ai suoi monaci a causa di un nuovo tentativo di avvelenamento (con un pane avvelenato), si diresse verso Cassino, l’antica Casinum, dove vi erano ancora edifici di epoca romana come il Tempio di Giove, altari e idoli dedicati ad Apollo, le antiche mura ciclopiche e una torretta di avvistamento. Qui decise di edificare un nuovo monastero, trasformando questo antico luogo in una “casa sacra”: furono distrutti gli idoli, il tempio fu convertito nella Chiesa di San Martino di Tours (iniziatore in Gallia della vita monastica) e lì, dove c’era l’antico altare dedicato ad Apollo, venne creato il piccolo oratorio di San Giovanni Battista (da sempre ritenuto un modello di pratica ascetica).
Ora et Labora: la nascita della Regola
Benedetto trascorse il resto della sua vita in questo monastero dedicandosi all’assistenza dei bisognosi, compiendo numerosi miracoli e, soprattutto, scrivendo la storica Regola, redatta in 73 capitoli, nella quale ai tre voti di povertà, castità e obbedienza aggiunse l’obbligo del lavoro: il motto Ora et Labora, da allora è infatti alla base del monachesimo benedettino. Per tutto il medioevo, l’Abbazia di Montecassino fu un fervente centro di cultura grazie alla sapiente maestria dei suoi abati, alle ricche biblioteche, ai suoi archivi, alle scuole scrittorie e miniaturistiche che trascrissero e conservarono molte opere dell’antichità.
L’Abbazia oggi
Cosa vuol dire visitare oggi l’Abbazia di Montecassino? Poter passeggiare tra i suoi tre bellissimi chiostri, il secondo dei quali, cinquecentesco, detto del Paradiso o del Bramante, è indubbiamente il più elegante e suggestivo.
E ancora entrare sia nell’imponente basilica o Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto che dopo la distruzione del 1944, fu interamente ricostruita secondo il progetto del XVII-XVIII secolo, con alcuni elementi sopravvissuti al bombardamento. Anche la sua suggestiva cripta, realizzata nel 1544 scavando nella viva roccia della montagna, è tornata a risplendere con le sue straordinarie decorazioni a mosaico.
Ma non solo. Il percorso di visita è infatti arricchito dal Museo sorto nel 1980 (in occasione delle celebrazioni per il XV° centenario della nascita di San Benedetto) in cui sono esposte interessanti testimonianze delle varie fasi della storia e dell’arte del monastero, tra le quali si può ammirare anche una raffinatissima Natività di Sandro Botticelli.
I Cimiteri Militari della zona
E prima di lasciare Montecassino, consigliamo di visitare anche i tre Cimiteri Militari della zona:
- il Cimitero Militare del Commonwealth: dove riposano 4.266 soldati di nazionalità britannica, canadese, australiana, neozelandese, sudafricana, ma anche indiani e pakistani ed un soldato dell’Armata Rossa; sono inoltre 284 le salme mai identificate.
- il Cimitero Militare Polacco: affidato alla custodia dei monaci di Montecassino, ospita le salme di 1.052 soldati del 11° Corpo d’Armata Polacco (comprese quelle del Generale Anders e del Cappellano Arcivescovo di Gawlina, morti nel 1970 e qui seppelliti per loro espresso volere) che persero la vita nei giorni che precedettero la liberazione di Montecassino, avvenuta nel maggio del 1944.
- Sacrario Militare Germanico: sono qui seppellite le 20.027 salme di soldati tedeschi morti nel corso delle varie battaglie svoltesi nel sud Italia, Sicilia esclusa. Sorge in località Colle Marino (frazione di Caira) e rappresenta uno dei più importanti cimiteri tedeschi d’Italia.