Giungendo all’Abbazia delle Tre Fontane si ha la sensazione di compiere un vero e proprio salto indietro nel tempo. Lungo quello che era l’antico tracciato della via Laurentina, in una località detta delle Acque Salvie (nome che si riferisce alla presenza in antico di alcune sorgenti), si trova infatti l’imponente ingresso al complesso dell’Abbazia delle Tre Fontane, costituito dal grande arco di Carlo Magno con gli affreschi (oggi perduti) che un tempo ricordavano la donazione all’Abbazia, avvenuta nell’805, di alcune proprietà in Maremma e nell’arcipelago toscano da parte di Leone III e Carlo Magno.
Superato l’ingresso, si scorge l’intero complesso costituito da più edifici: la Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, il monastero vero e proprio con il chiostro interno, la Chiesa di Santa Maria Scala Coeli e la Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane.
La Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane
Ed è da qui che tutto ebbe inizio, perché l’edificio più antico fu costruito nel V secolo d.C. proprio sul luogo in cui nel 67 d.C. l’apostolo Paolo fu martirizzato e decapitato. La tradizione narra che la testa mozzata abbia rimbalzato tre volte a terra prima di fermarsi e che, ad ogni balzo, dal suolo sia scaturita una polla d’acqua: la prima calda, la seconda tiepida, la terza fredda. Sulle tre fontane, che a lungo conservarono le tre differenti temperature delle acque, furono così erette tre edicole in ricordo del miracolo.
Il Monastero e la Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio
Il monastero invece risale al VII secolo, quando un gruppo di monaci greci si stabilì all’interno dell’edificio fatto appositamente realizzare da papa Onorio I accanto alla coeva Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio. Nel 1140 il monastero venne affidato da papa Innocenzo II ai monaci cistercensi di San Bernardo di Chiaravalle, i quali si occuparono anche di iniziare importanti lavori di restauro e di sistemazione dell’intera area.
La Chiesa di Santa Maria Scala Coeli
E’ al XII secolo che risale invece la costruzione della Chiesa di Santa Maria Scala Coeli eretta sul luogo in cui subirono il martirio, all’epoca dell’imperatore Diocleziano, San Zenone ed i suoi compagni (circa 10.203 legionari cristiani) il 9 Luglio del 298 d.C. L’edificio attuale però fu costruito da Giacomo Della Porta nel 1583 per volere del cardinale Alessandro Farnese ed il suo nome deriva dalla visione che San Bernardo di Chiaravalle ebbe nel 1138 mentre celebrava messa: una lunga scala saliva al Paradiso, percorsa da un peccatore per la cui anima il santo aveva pregato la Madonna, che lo attendeva in cima ai gradini, indicando quindi che la richiesta era stata accolta.
La storia del complesso in epoca moderna
L’importante complesso attraversò però una pesante fase di degrado all’inizio dell’Ottocento quando, a causa delle disposizioni napoleoniche che prevedevano la confisca dei beni religiosi, i monaci cistercensi furono costretti ad abbandonare il monastero. Nel 1868 papa Pio IX però affidò l’Abbazia alla compagnia di frati Trappisti i quali, dopo aver bonificato la zona dalla malaria, vi piantarono una gran quantità di eucalipti (allora ritenuti una barriera al diffondersi della malattia), costituendo così un celebre e salubre bosco, meta delle scampagnate dei romani che qui venivano per godersi sia la pace e la bellezza del luogo, sia le rinomate specialità dei frati, come il cioccolato ed il liquore ricavato dalle foglie di eucalipto. Ti aspettiamo alla nostra visita guidata per andare alla scoperta della straordinaria Abbazia delle Tre Fontane. Quando? Scoprilo qui!