Visitare Ostia Antica vuol dire passeggiare all’interno di una vera e propria città dell’antica Roma. Edifici e monumenti si sono conservati perfettamente ed è quindi possibile riconoscere con facilità la vasta necropoli, gli imponenti templi, il grandioso teatro e il Foro, cuore pulsante della città porto di Roma. Controlla nel programma mensile quando è prevista la prossima visita guidata! Ma Ostia Antica è in grado di svelare al visitatore più appassionato tante piccole curiosità: scopriamo insieme le nostre 10 preferite curiosità!

 

1) Tomba degli Architetti

Tra le numerose sepolture presenti nella necropoli di Ostia, spicca per imponenza la tomba costruita agli inizi del I secolo d.C. la cui facciata è caratterizzata dalla presenza di elementi architettonici in laterizio sormontati da archi: le lunette sono decorate a intarsio policromo con mattoni gialli e rossi, alternati a elementi in tufo e in pietra pomice. Poco dopo la tomba fu trasformata in un colombario, con nicchie per le urne cinerarie lungo le pareti. L’estensione attuale invece si raggiunse nel II secolo d.C. quando furono aggiunti due ambienti di collegamento verso la Via dei Sepolcri.

 

 

 

2) Caserma dei Vigili del Fuoco

Costruita alla fine del I secolo d.C. quando si stabilì a Ostia una coorte di vigili, fu poi ampliata notevolmente nel secolo successivo, testimoniando l’importanza che rivestiva nella città questo speciale corpo con funzioni sia di polizia urbana che di vigili del fuoco, per la salvaguardia dei magazzini e del loro contenuto. Il complesso, di almeno due piani, era caratterizzato da un cortile porticato su cui si aprivano le stanze dei vigili e le fontane-lavatoi. Al suo interno vi era anche una cappella per il culto imperiale, una latrina e un’edicola dedicata alla dea Fortuna.

 

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3) Fullonica

Costruita agli inizi del II secolo d.C., la fullonica su via degli Augustali era l’edificio destinato alla coloritura e al lavaggio dei tessuti. Era costituita da un vasto ambiente con copertura retta da pilastri con quattro grandi vasche collegate tra loro e foderate in cocciopesto, apposito rivestimento con funzione impermeabilizzante. Nel III secolo d.C. furono aggiunti 35 recipienti in terracotta di forma circolare, separati da muretti in laterizio su cui si appoggiavano gli operai durante le operazioni di pigiatura dei tessuti che venivano prima lavati con varie sostanze (tra cui la soda naturale e l’urina, contenente ammoniaca) e poi stesi ad asciugare su travicelli, come indica la presenza di incavi sui fianchi dei pilastri.

 

 

4) Mitrei

I numerosi mitrei rinvenuti ad Ostia (se ne contano ad oggi ben 18) testimoniano quanto questa divinità orientale abbia qui incontrato un particolare favore. Il culto di Mitra fu introdotto in questa area occidentale dell’Impero dalle legioni romane di ritorno dalle campagne asiatiche e probabilmente la sua larga diffusione ad Ostia è legata anche alla presenza assai numerosa di commercianti orientali che frequentavano o risiedevano in città. Quelli rinvenuti ad Ostia, tra cui meritano una particolare menzione il Mitreo delle Terme del Mitra, il Mitreo Felicissimo e il Mitreo delle Sette Porte, presentano tutti la medesima struttura e caratteristiche comuni, come di consuetudine quando si ha a che fare con un luogo di culto dedicato a questa divinità.

 

 

 

5) Molino del Silvano

Destinato alla produzione e alla vendita del pane, fu costruito intorno al 120 d.C. Presentava sei tabernae (ambienti per la vendita) sulla fronte, mentre le stanze più interne, pavimentate con basoli, erano destinate alla macinatura del grano e alla realizzazione degli impasti di farina. In uno degli ambienti vi era inoltre il grande forno per la cottura del pane e si dice che quello di Ostia fosse buonissimo! Bellissime le macine e le vasche in pietra lavica ancora presenti in situ, azionate in antico dalla forza e dalla tenacia di numerosi muli.

 

 

 

6) Thermopolium

Adibito a locanda con mescita di vini, fu ricavato nel III secolo d.C. all’interno di un caseggiato più antico, lungo quella che oggi è chiamata la via di Diana, proprio accanto al Foro e al Capitolium. Al suo interno si riconoscono quattro ambienti: il primo, affacciato su strada, con tanto di bancone, scaffali e vasche per lavare le stoviglie, tutti realizzati in marmo; il secondo adibito a cucina con tanto di dolium (un grande contenitore in terracotta) infossato nel terreno, per mantenere fresche le derrate alimentari; il terzo una grande sala in cui era possibile consumare il proprio pasto e l’ultimo un cortile esterno con fontanella e sedili in muratura che consentiva ai clienti la consumazione all’aperto!

 

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Thermopolio

 

7) Latrina

Tra le meglio conservate di Ostia, fu ricavata all’interno di due botteghe di età adrianea tra il Foro e le terme. L’aspetto attuale risale al IV secolo d.C. ed è semplice comprendere il suo funzionamento grazie alla una fila di venti sedili in marmo con foro centrale presente lungo tre lati, al di sotto dei quali correva un canale per lo scolo delle acque. Addossata a un pilastro che separava i due ingressi dotati di porte girevoli, vi era la vaschetta per le abluzioni.

 

 

8) Macellum e Tabernae dei Pescivendoli

L’edificio, tradizionalmente interpretato come mercato per le carni (anche se recenti studi ne hanno rimesso in discussione la funzione), è posto in uno dei crocevia principali della città. Vi si accedeva dal Decumano Massimo attraverso un ingresso a colonne ai lati del quale, nella prima metà del III secolo d.C., furono ricavate due tabernae (botteghe), allestite con banchi per la vendita e vasche di marmo. Uno dei due ambienti è impreziosito da un mosaico con un delfino che addenta un pesce e dall’iscrizione “inbide te calco” e cioè “invidioso, ti calpesto”: i romani credevano infatti che i delfini disturbassero la pesca!

 

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9) Sinagoga

Costruita verso la metà del I secolo d.C. per la comunità ebraica locale, la sinagoga di Ostia è una delle più antiche del Mediterraneo occidentale.  L’edificio, completamente ricostruito nel IV secolo d.C., era accessibile da un vestibolo che immetteva nella parte riservata al culto e alla preghiera. L’aula di culto era caratterizzata dalla presenza, sul fondo, del bimah e cioè la piattaforma elevata per la lettura dei testi della Torah (Legge), rivolta verso Gerusalemme. Vicino all’ingresso invece fu costruita un’apposita edicola per conservare i rotoli della Torah, sormontata da mensole decorate con l’immagine del candelabro a sette braccia (Menorah).

 

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10) Caupona di Alexander e Helix

L’edificio occupò verso la metà del II secolo d.C. la torre e gli ambienti che fiancheggiavano Porta Marina, all’epoca ormai in disuso. Nella prima fase si presentava come una semplice bottega, aperta sul Decumano Massimo mediante un’ampia porta con soglia, ma nel III secolo venne trasformata in una caupona (osteria) con l’aggiunta di vasche e banconi di vendita rivestiti in marmo. Alla stessa epoca risalgono i pavimenti in mosaico, in cui sono rappresentati una Venere nuda, due figure grottesche danzanti e due pugilatori pronti al combattimento, identificati dalle iscrizioni come Alexander e Helix.

 

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